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Le smarter towns IBM: Di una città godi la risposta che ha a una tua domanda

«Di una città non godi le sette o le settanta meraviglie, ma la risposta che ha a una tua domanda», scrisse Italo Calvino. L’IBM raccoglie la sfida e risponde: «Il pianeta è sempre più tecnologico, interconnesso, intelligente». In una parola sola, «smarter», parola sulla quale si basa la filosofia IBM, che pone la città al centro dell’attenzione, sostenendola nei suoi percorsi di sviluppo, come promotrice d’innovazione per tutto l’eco sistema. Una smarter city è, infatti, una città più operativa, efficiente, produttiva, sostenibile, che usa l’informatica e i nuovi processi per garantire una migliore vivibilità dei propri cittadini.
Ciò è reso possibile oggi dall’abbondanza e dalla disponibilità di dispositivi digitali in ogni oggetto di uso comune o struttura già esistente, come ad esempio automobili, macchinari, strade e ferrovie, reti di distribuzione dell’energia, prodotti farmaceutici e persino animali. Inoltre, ovunque il mondo sta diventando interconnesso: con un’enorme quantità di oggetti collegati in rete il numero delle informazioni create da queste interazioni aumenta in misura esponenziale. Algoritmi e sistemi potenti consentono di analizzare queste enormi quantità di dati e li trasformano in conoscenza operativa per rendere tutto più efficiente. È grazie a questa conoscenza che possono essere ridotti i costi e gli sprechi ed è facilitato un processo di miglioramento della qualità dei prodotti, delle imprese, delle città. Ciò richiede però un forte contributo di innovazione.
Per l’IBM innovare è una sfida che si gioca a tanti livelli: tecnologia, processi, modelli di business, cultura. In questi anni di lavoro in Italia (dal 1927), l’IBM ha offerto soluzioni e servizi per lavorare meglio, organizzarsi in modo più efficiente, essere più efficaci e competitivi. Oggi la sfida si gioca sui sistemi intelligenti. Il CEO Sam Palmisano, parlando agli imprenditori e agli amministratori locali presso il Royal Institute of International Affairs lo scorso 12 gennaio, dichiarava: «Abbiamo capito che l’idea di sistemi intelligenti piace nella stanza dei bottoni delle imprese pubbliche e private di tutto il mondo. L’abbiamo fatta conoscere in più di 50 Paesi, sia nel mondo industrializzato che in quello in via di sviluppo. Solo sul tema delle smarter cities abbiamo fatto più di 100 conferenze, con la partecipazione di oltre 2 mila amministratori locali». Nelle sue considerazioni descriveva come molti responsabili di aziende, di pubbliche amministrazioni e di numerose comunità di tutto il mondo stiano lavorando in modo innovativo, puntando sui sistemi intelligenti per raggiungere gli obiettivi di crescita economica, maggiore efficacia, sviluppo sostenibile e progresso della società.
In quest’ottica, la «città più intelligente» diviene un’opportunità per pensare ed agire secondo logiche nuove, e il punto di incontro delle amministrazioni locali con il cittadino. Perché l’IBM ha scelto la città come chiave di questo processo di crescita dell’intero pianeta? Innanzitutto, perché essa costituisce il primo interlocutore cui il cittadino naturalmente si rivolge. E perché il 50 per cento della popolazione mondiale vive in città, in Italia il 43 per cento della popolazione si concentra nei comuni con più di 30.000 abitanti (il 4 per cento del totale), numeri questi che fanno capire come le città siano motore dell’economia, oltre che luogo privilegiato dell’intelligenza, della ricerca, dell’innovazione, della partecipazione e della convivenza, della cultura e dell’istruzione. Oltre a ciò, la città ospita gli emblemi del passato e del presente; questo ed altro le conferisce a giusta ragione il ruolo di ganglio nervoso del sistema Paese.
Da città a «città più intelligente» il passo è quello compiuto dall’IBM in una visione integrata che vede incontrarsi le esigenze del cittadino, delle imprese e della pubblica amministrazione. Per recuperare un ecosistema in cui la parte pubblica possa contribuire alla crescita italiana, l’IBM propone di mettere al centro il cittadino e costruire attorno ad esso il «nuovo comune digitale» attraverso un lavoro interno di razionalizzazione e di efficienza su diverse aree, dai processi alle infrastrutture. Tale operazione deve coinvolgere la semplificazione e la dematerializzazione dei processi amministrativi, i sistemi di archiviazione e di protezione delle risorse, la riutilizzabilità, la cooperazione con gli altri enti, la circolarità anagrafica, la misurazione dell’efficacia e dell’efficienza, la trasparenza verso il cittadino, l’ottimizzazione delle risorse informatiche, in un’ottica di servizio e trasparenza verso il cittadino.
In Italia, hanno già scelto il modello della «smarter town» le città di Parma, Bolzano, Reggio Emilia, Salerno, Venezia, Pisa e il comune di Nettuno. La città ducale, in particolare, si è segnalata, ad aprile 2009, come prima realtà locale - italiana ed europea - ad abbracciare una visione sistemica per abilitare una nuova intelligenza applicata alla gestione integrata dei servizi al cittadino, secondo un protocollo d’intesa siglato con l’IBM, che ha consentito la nascita di un tavolo di lavoro per l’innovazione che non ha vincolato le parti in alcun modo ed ha inserito Parma nella cerchia di importanti capitali europee quali Stoccolma, Amsterdam e Londra. L’iniziativa è parte della strategia che mira a utilizzare, anche a livello di comunità locali, le tecnologie disponibili a vantaggio di un diverso e più intelligente modo di condividere le informazioni. Primo risultato tangibile è la distribuzione sul territorio di alcuni «sportelli virtuali», che hanno l’obiettivo di avvicinare i servizi comunali ai luoghi dove il cittadino svolge le proprie attività quotidiane.
Reggio Emilia è la seconda città italiana ad aver nominato un comitato congiunto per l’innovazione insieme ad IBM con l’obiettivo di identificare e definire un nuovo modello di città sostenibile attraverso l’utilizzo di soluzioni digitali, ed è una delle sei città che hanno concordato un protocollo comune di innovazione nella tecnologia informatica (IT). Nello stesso periodo (aprile 2009) anche Bolzano abbracciava la visione «smarter» dell’IBM e, insieme al Tis Innovation Park, raggiungeva il suo primo risultato concreto dell’accordo: lo sviluppo di un progetto pilota di telemedicina per la realizzazione di un sistema di tele-monitoraggio e tele-assistenza per gli anziani, oltre alla fissazione di obiettivi concreti relativi all’innovazione di un territorio, quello altoatesino, che deve necessariamente caratterizzarsi per una crescente attenzione a tutti quegli ausili tecnologici capaci di riportare la persona al centro dell’innovazione.
La collaborazione del Comune di Salerno, invece, si colloca sulla scia di quel cambiamento, messo a punto negli ultimi tre lustri dalle amministrazioni, per modificare il volto della città e indirizzarla verso i due settori più strategici per il futuro salernitano secondo la sua struttura: la promozione turistica e culturale del territorio e del suo patrimonio artistico, enogastronomico ed artigianale e l’implementazione innovativa di servizi per la piena autonomia ed integrazione sociale dei soggetti portatori di handicap.
Con la città di Venezia l’IBM ha realizzato un progetto pilota basato su tecnologia mobile, con l’obiettivo di guidare i turisti alla scoperta delle parti meno conosciute della città, fornire loro informazioni sui siti di interesse storico e prevenire, nel contempo, un eccessivo affollamento delle calli. Grazie alla nuova rete wi-fi realizzata dal comune a copertura dell’intero territorio cittadino, i visitatori in possesso di un cellulare abilitato possono scaricare un’applicazione chiamata TagMyLagoon. Questa, a sua volta, consente di interagire con sensori passivi ricevendo subito indicazioni specifiche. Più recente (del 16 marzo) l’accordo stretto con la città di Pisa, che ha scelto di occuparsi innanzitutto dei settori del turismo e dei beni culturali, della mobilità urbana e dell’ottimizzazione dei flussi delle acque. Grazie al proprio patrimonio culturale, alla prestigiosa presenza universitaria, all’eccellenza del complesso ospedaliero, al fiorente sistema economico-imprenditoriale ed alla sua posizione territoriale che la pone al centro di uno snodo nevralgico per i trasporti nazionali, Pisa accoglie ed ospita ogni giorno più di 160 mila persone, il doppio dei suoi residenti. L’iniziativa intrapresa con la città di Pisa ha costituito la tappa importante di una strategia che mira a sostenere lo sviluppo delle aree urbanizzate, tenendo ben presenti le esigenze espresse dai cittadini e la loro domanda in fatto di qualità della vita.
Di marzo 2010 è anche l’accordo con il comune di Nettuno, finalizzato a rendere la città più accessibile ai disabili attraverso l’utilizzo di tag e smartphone. Grazie a questo progetto pilota le persone disabili potranno accedere a negozi, uffici, ristoranti e stabilimenti balneari venendo guidati passo passo nel proprio percorso e potendo contribuire a migliorare il servizio attraverso feedback diretti.
Secondo la visione «smarter» dell’IBM, guidata oggi in Italia dal presidente ed amministratore delegato Nicola Ciniero, le tecnologie disponibili hanno in sé grandi potenzialità, ma occorre applicarle e farle dialogare secondo un disegno intelligente. Una «smarter town» non si chiude sulla realtà comunale, bensì si apre ad altri operatori secondo un modello collaborativo: dalla filiera della distribuzione alle banche e ai sistemi di pagamento, ai ministeri (per la regione, nelle varie attività: le documentazioni anagrafiche, la sicurezza nazionale, il coordinamento delle forze dell’ordine, la gestione del patrimonio culturale, il trasporto; per la scuola le pagelle elettroniche; per la sanità il fascicolo sanitario), con il minimo comun denominatore del vivere la città a misura d’uomo.

Tags: ibm ict smart smart city pubblica amministrazione P.A. smartphone Forum P.A. Maggio 2010 Nicola Ciniero

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