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Luca De Zen: Bavaria Italia, crescita e fatturato record per lo storico birrificio

Luca De Zen, amministratore  delegato di Bavaria Italia

Nel 2019 Bavaria compirà 300 anni di storia essendo stata fondata nel 1719, nella provincia del Brabante (Paesi Bassi meridionali), dalla famiglia Swinkels: giunta oggi alla settima generazione, da allora ha compiuto passi da gigante, configurandosi come un importante player mondiale nel mercato della birra.
Quella che non è cambiata da allora è la ricetta, che prevede l’utilizzo di acqua pura di fonte e malto della migliore qualità. Bavaria è la seconda birreria olandese con oltre mille dipendenti; lo stabilimento di produzione è situato a Lieshout, nel Sud dei Paesi Bassi, dove vengono prodotti 6,2 milioni di ettolitri di birra. Mentre nello stabilimento di Meb (Moscow Efes Brewery) a Mosca, Bavaria produce su licenza sotto il controllo diretto di propri tecnici olandesi e con malto proveniente dalle proprie malterie.
Dal 2011 amministratore delegato di Bavaria Italia è Luca De Zen che in questa intervista traccia un bilancio di questo primo lustro di attività, e non solo.
Domanda. Il marchio olandese Bavaria è presente in Italia da più di 25 anni con un crescente successo grazie ad un ampliamento dei propri mercati a livello mondiale, all’introduzione di innovazioni tecnologiche e all’ottimizzazione dei processi produttivi: può fare una panoramica di questi 3 settori chiave?
Risposta. Bavaria è un Gruppo olandese in mano alla famiglia Swinkels dal 1719 che guida l’azienda da ben 7 generazioni e tale continuità e lungimiranza della proprietà ha contribuito alla crescita di Bavaria nel mondo. Oggi produciamo circa 6 milioni di ettolitri di birra all’anno e distribuiamo i nostri prodotti in 120 Paesi nei 5 continenti. Nel 2013 Bavaria ha avviato la costruzione di un birrificio in Etiopia per la produzione della birra Habesha e nell’estate dell’anno scorso è entrato ufficialmente in funzione grazie anche agli azionisti locali, che hanno contribuito in modo determinante al decollo del birrificio capace di produrre, nel 2016, circa 600 mila ettolitri di birra; questo è stato il primo investimento che l’azienda ha fatto, in ambito produttivo, al di fuori dell’Olanda. L’azienda è all’avanguardia per quanto riguarda l’innovazione tecnologica; nel 2015 Bavaria ha investito per migliorare l’operatività in alcuni dei propri stabilimenti. Nel birrificio a Lieshout è stata realizzata una nuova linea di produzione dei fusti che ne controlla la qualità automaticamente, sia per quanto riguarda il contenuto che il packaging, sia prima di riempirli in ambiente totalmente sterile, in quello che è diventato un innovativo capolavoro tecnologico. Inoltre, nello stesso stabilimento a Lieshout, è stata ottimizzata la logistica interna attraverso l’acquisto di ulteriori veicoli a guida automatica che trasportano i prodotti dalla linea di produzione al magazzino in modo completamente automatizzato. La famiglia Swinkels è proprietaria del maltificio più grande d’Europa, l’Holland Malt, e questo permette a Bavaria di avere il controllo su tutta la filiera e sulle materie prime, e inoltre vendiamo il nostro malto anche ai nostri competitor; a tal proposito si potrebbe dire che un po’ di Bavaria è presente in molte birre concorrenti. Quest’anno inoltre Bavaria ha acquisito la maggioranza del birrificio belga Palm Belgian Craft Brewers, una mossa importante perché nel portafoglio il birrificio belga ha brand blasonati come Palm, Rodenbach, Brugge, Steenbrugge, Cornet, Arthur’s Legacy e Estaminet. Infine il Gruppo Bavaria ha ricevuto il prestigioso premio IMD-Lombard Odier Global Family Business Award al 26esimo Summit del Family Business Network International, in Svizzera. Considerato come il più prestigioso premio per le aziende a conduzione familiare, il premio ha l’obiettivo di valorizzare le imprese che hanno la capacità di far convergere gli interessi di famiglia con quelli di business, di combinare tradizione e innovazione, e di dimostrare un chiaro impegno verso la comunità locale. La famiglia Swinkels ha infatti dimostrato una straordinaria capacità di essere flessibile e innovativa nel trovare soluzioni per adattare il proprio modello di business all’industria e alle strutture di mercato in costante evoluzione.
D. In che modo Bavaria Italia si occupa dello sviluppo, della promozione e della distribuzione dei prodotti?
R. Bavaria in Italia annovera circa 15 dipendenti diretti, più una ventina di agenti nel territorio per la vendita. Oggi i prodotti dell’azienda son ben distribuiti nel canale della grande distribuzione organizzata con una struttura snella e flessibile che ci permette di essere efficaci e efficienti andando a competere con dei colossi quali Heineken o Carlsberg che hanno un presidio nel territorio molto più presente nei punti vendita. Il nostro punto di forza è la struttura che ci permette di avere un personale molto motivate e con obiettivi precisi.
D. Avere una filiera tracciabile può influire nelle scelte dei consumatori e dare un valore aggiunto al prodotto?
R. Assolutamente sì; noi controlliamo le materie prime come luppolo, malto e lievito che vengono acquistati, lavorati o prodotti dall’azienda, mentre l’acqua utilizzata proviene da una sorgente millenaria di nostra proprietà.
D. In questi anni l’assortimento delle birre distribuite in Italia è andato arricchendosi sempre di più: quali brand fanno parte del vostro portafoglio?
R. In Italia noi distribuiamo principalmente il marchio Bavaria con le varianti Bavaria Premium, una Pilsener da 5 gradi con carattere e di gradevole intensità; Bavaria Radler nei gusti limone e pompelmo, e infine Bavaria 0.0 che è la nostra analcolica, proposta anche nei  gusti limone e pesca, la prima alcohol free a essere lanciata in Italia nel 1991 con tutte le caratteristiche di un buona birra rinfrescante dallo stile giovanile. Abbiamo inoltre una linea di birre speciali doppio malto a marchio 8.6 ad alta gradazione che negli ultimi anni hanno riscosso molto successo con i brand Bavaria 8.6 Red e Bavaria 8.6 Gold. Inoltre la famiglia Swinkels è anche proprietaria dell’unica e autentica birra trappista olandese prodotta nel birrificio dell’abbazia Onze Lieve Vrouwe van Koningshoeven, nel Brabante, disponibile in quattro qualità: blonde, dubble, tripel e quadrupel. Dal 2005 la linea è stata arricchita con la Witte Trappist, l’unica birra bianca trappista nel mondo.
D. Come sta cambiando l’approccio dei consumatori nei confronti dei brand e delle informazioni che cercano sui prodotti?
R. La cultura birraria in Italia è cresciuta molto grazie al fenomeno delle birre artigianali. Questo trend ha generato curiosità da parte del consumatore italiano interessato sostanzialmente solo al mercato dell’acqua e del vino. Questo interesse non ha portato a una crescita di volumi pro capite che è rimasto invariabilmente stabile, ma sicuramente ha prodotto un ampliamento dei consumi della birra di qualità.
D. Il 2015 è stato un anno record per Bavaria Italia: può illustrare i risultati ottenuti?
R. Innanzitutto il 2015 è stato un anno record per il nostro Gruppo: il birrificio olandese ha infatti registrato un significativo aumento di fatturato, cresciuto dai 508,4 milioni di euro del 2014 ai 531,3 milioni di euro del 2015. Il risultato netto è passato da 24,7 milioni di euro a 30,2 milioni di euro; la solvibilità e il coefficiente di liquidità sono rimasti elevati, rispettivamente al 58,2 per cento e 1,68 per cento. In termini di produzione, nel 2015 Bavaria ha prodotto complessivamente 5,8 milioni di ettolitri di birra. Per quanto riguarda la crescita registrata da Bavaria in Italia, nel 2015 si è registrato un incremento a volume del 17 per cento e a valore del 21 per cento. Il 2015 è stato un anno importante di cui andiamo fieri e che ci fornisce ulteriori stimoli per andare avanti nei prossimi anni.
D. Quali sono le peculiarità che fanno della birra Bavaria un prodotto apprezzato in tutto il mondo?
R. Bavaria è una birra di buon corpo ma beverina e rinfrescante che nei blind test ottiene sempre dei risultati molto elevati, risultato questo della qualità delle nostre materie prime. Quella che non è cambiata da allora è la ricetta, che prevede l’utilizzo di acqua pura di fonte di malto della migliore qualità. Tutti i processi produttivi sono automatizzati, tuttavia i nostri mastri birrai garantiscono il perpetuarsi di una forte sensibilità per la qualità artigianale dei prodotti.
D. Un ruolo importante nel successo di Bavaria in Italia lo ha ricoperto la strategia di marketing e comunicazione: quali sono i progetti in campo e quali i programmi futuri?
R. Negli ultimi anni abbiamo rafforzato gli investimenti sul brand lavorando a un progetto a 360 gradi con l’obiettivo di migliorare la visibilità del nostro prodotto e la rilevanza del nostro marchio. Alla comunicazione televisiva che abbiamo sviluppato in modo particolare dallo scorso anno, affianchiamo un grande focus sui media online e sui digital, non tralasciando gli eventi di promozione nel territorio. Per noi è fondamentale il presidio del punto vendita, «l’ultimo miglio» dove il potenziale consumatore attua la decisione finale. Quindi cerchiamo di creare aree espositive, di essere visibili, impattanti, di dare l’opportunità ai nostri consumatori di testare e provare il nostro prodotto all’interno del punto vendita.
D. Cosa ne pensa del proliferare delle cosiddette «birre artigianali»?
R. Come dicevo prima, i microbirrifici artigianali hanno avuto un effetto molto positivo poiché hanno destato l’interesse dei consumatori italiani sulla cultura birraia. Oggi l’Italia è uno dei Paesi che vanta il maggior numero di microbirrifici, dopo la Germania, ma se guardiamo agli Stati Uniti vediamo come ci siano ancora enormi spazi di crescita per questo fenomeno. In parte è vero che può intaccare il consumo delle birre industriali, ma nello stesso tempo lo ritengo un fenomeno molto positivo perché aumenta la conoscenza della cultura birraia di tutti gli operatori e di conseguenza l’industria punta maggiormente sulla qualità dei prodotti, quindi con effetti positivi per tutto il comparto.
D. Lei è amministratore delegato di Bavaria Italia dal 2011: può tracciare un bilancio di questo primo lustro di attività?
R. Personalmente sono molto soddisfatto del lavoro svolto e del percorso di crescita che ha seguito Bavaria Italia in questi anni, ma quanto abbiamo fatto finora deve essere uno stimolo per il futuro. Siamo un’azienda snella e nonostante le dimensioni contenute siamo cresciuti tantissimo e abbiamo raggiunto dei risultati importanti e soddisfacenti che puntiamo a consolidare nei prossimi anni. Quello che abbiamo fatto deve essere un punto di partenza e un trampolino di lancio, non il punto di arrivo.        

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