Il nostro sito usa i cookie per poterti offrire una migliore esperienza di navigazione. I cookie che usiamo ci permettono di conteggiare le visite in modo anonimo e non ci permettono in alcun modo di identificarti direttamente. Clicca su OK per chiudere questa informativa, oppure approfondisci cliccando su "Cookie policy completa".

  • Home
  • Interviste
  • PAOLO VIGEVANO: ELETTRICITÀ, TARIFFE CONTENUTE GRAZIE ALL’ACQUIRENTE UNICO

PAOLO VIGEVANO: ELETTRICITÀ, TARIFFE CONTENUTE GRAZIE ALL’ACQUIRENTE UNICO

Laureato in Ingegneria, fondatore, editore e amministratore di Radio Radicale, prima emittente privata nazionale a trasmettere le sedute del Parlamento, tesoriere del Partito Radicale per oltre vent’anni, eletto deputato nel 1994 nelle liste di Forza Italia, Paolo Vigevano ha ricoperto numerosi e qualificatissimi incarichi; tra gli altri, quelli di consigliere politico del ministro Lucio Stanca, di presidente del comitato interministeriale per il piano di sviluppo della banda larga, di consigliere di amministrazione Finmeccanica, di direttore delle relazioni istituzionali del Gruppo Almaviva ecc. Dallo scorso 2008 è amministratore delegato di Acquirente Unico spa - una delle principali società nate in seguito alla riforma del settore dell’energia elettrica e facente capo al Gruppo GSE, Gestore dei servizi elettrici -, cui è affidato per legge il compito di garantire la fornitura di energia elettrica alle famiglie e alle piccole imprese a prezzi competitivi e in condizioni di continuità, sicurezza ed efficienza del servizio. In questa intervista l’ingegner Paolo Vigevano illustra i risultati finora ottenuti dalla nuova struttura, gli obiettivi che si propone di raggiungere, le difficoltà da superare.

Domanda. Può spiegare le funzioni svolte dall’Acquirente Unico?
Risposta. In Italia, quando si è attuata la direttiva europea di liberalizzazione del mercato, operava un’azienda elettrica a partecipazione pubblica, l’Enel - non monopolista ma comunque detentrice di un’ampia quota di mercato nella produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica -, e altre società, le ex municipalizzate, anch’esse integrate verticalmente. Per consentire l’entrata di nuovi operatori sia a monte nella produzione che a valle nella vendita, si rendeva necessario spezzare tale integrazione verticale delle attività. A tal fine l’Italia ha optato per un modello di mercato che si differenzia in parte da quello degli altri Paesi europei. Ha creato la borsa elettrica, che è il luogo nel quale vengono scambiate quotidianamente le quantità di energia elettrica tra produttori e consumatori o grossisti; e contemporaneamente ha istituito l’Acquirente Unico, soggetto che costituisce un punto di riferimento sia per l’utenza finale che per gli altri operatori. L’Acquirente Unico, infatti, compra energia elettrica direttamente dai produttori oppure in borsa o attraverso contratti bilaterali; e la rivende, senza alcun ricarico tranne quello costituito dai propri costi di esercizio, in modo trasparente e a un prezzo unico, ai venditori, o distributori del mercato tutelato. Sulla base di questo prezzo, che riflette i costi sostenuti dall’Acquirente Unico per approvvigionarsi di energia elettrica, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas stabilisce ogni tre mesi l’importo della componente energia che l’utente finale paga nella bolletta elettrica.

D. Quali e quanti sono gli utenti finali?
R. Sono quelli che hanno deciso di non rivolgersi al mercato libero per acquistare energia, i cosiddetti clienti del mercato tutelato. Quanto al numero, bisogna dividere sostanzialmente il mercato in due grandi aree. Da una parte figurano gli utenti domestici, le famiglie e le micro-imprese dotate di partita Iva, che ammontano a circa 30 milioni di utenze; dall’altra le aziende, che sono qualche centinaio di migliaia di utenti. Il primo gruppo è formato da uno sterminato mondo di piccolissimi utilizzatori che hanno bisogno di tariffe stabili, al minor costo possibile, e che dal luglio 2007 possono anch’essi rivolgersi a un qualsiasi operatore del mercato libero per acquistare l’energia elettrica.

D. In sostanza qual è lo scopo dell’Acquirente Unico?
R. Quello di mettere a disposizione di questa determinata platea di utilizzatori un prezzo trasparente che, come si è detto, è formato sulla base di costi certi e senza ricarichi. Inoltre il prezzo del mercato tutelato, che l’Autorità formula sulla base del prezzo di cessione dell’Acquirente Unico, rappresenta per l’utente finale e per gli operatori un utile benchmark per valutare o formulare le offerte commerciali del mercato libero.

D. A distanza di quattro anni dall’istituzione di questo meccanismo, quali sono i risultati?
R. Innanzitutto abbiamo acquistato il 70-75 per cento dell’energia a noi occorrente nella borsa elettrica. Il resto l’abbiamo comprato dai produttori fuori borsa, con contratti bilaterali, oppure l’abbiamo importato dall’estero, selezionando le controparti attraverso procedure d’asta. In determinate situazioni comprare con contratti diretti, bilaterali, è più conveniente. In questo modo abbiamo contribuito in modo significativo ad alimentare la liquidità della borsa e del mercato elettrico, garantendo l’avvio del nuovo sistema.

D. Quali sono i benefici apportati dal modello di mercato adottato?
R. Negli ultimi 4-5 anni è migliorata notevolmente la qualità e l’efficienza del sistema. In particolare gli impianti hanno avuto un incremento di efficienza dell’ordine del 7-8 per cento, un risultato ragguardevole. Rispetto al periodo precedente la liberalizzazione, inoltre, abbiamo oggi una produzione quantitativamente adeguata grazie alla liquidità che si è prodotta con la nostra attività nella borsa. L’azione continua nostra e dell’Autorità garante per l’energia elettrica e il gas ha ottenuto un risultato soddisfacente, in termini di contenimento dei prezzi per le famiglie. Queste chiedono soprattutto tariffe il più possibile contenute e stabili. Nell’anno in cui si è registrata la massima volatilità, nella storia mondiale, del prezzo del petrolio, abbiamo assicurato un’oscillazione al massimo del 7-8 per cento del prezzo dell’energia che l’Autorità ha applicato ai vari utenti finali. E questo nonostante il fatto che il 70 per cento dell’energia prodotta dipenda proprio dal petrolio, e nonostante l’aumento eccezionale del prezzo di questo prodotto, passato in un anno dai 60-70 ai 160-170 dollari al barile, per riscendere lo scorso dicembre sotto i 50. Inoltre siamo riusciti, sempre nel 2008, a garantire in media un costo per i venditori del mercato tutelato minore dell’uno per cento rispetto al prezzo dell’acquisto diretto in borsa. Sembrerebbe poco ma, calcolato sui 10 miliardi di euro per gli acquisti dello stesso anno, il risparmio ammonta a 100 milioni, ottenuto con una spesa di 10 milioni per il nostro funzionamento. Un buon risultato per l’utente finale e per noi.

D. Quali sono ora le prospettive?
R. Abbiamo il problema di garantire nel tempo questa situazione. È stato raggiunto il primo obiettivo di reperire fondi per il sistema elettrico, per sbloccare la fase di liberalizzazione; oggi abbiamo un parco elettrico funzionante, una serie di operatori in competizione tra loro, un regime di competizione avviato. L’Enel ha una quota di mercato intorno al 30 per cento, non ha più una posizione dominante. Però se i primi tre operatori assommano quasi il 50 per cento, abbiamo un mercato ancora dominato da grandi soggetti. Comunque si è avviato un processo non confrontabile con la situazione di 4 o 5 anni fa.

D. Quali programmi avete?
R. Dobbiamo ottenere i massimi risultati sotto altri profili. Da una parte migliorando le condizioni per l’utenza finale, abbassando il costo dell’energia sia per le imprese che per il cliente domestico, favorendo gli investimenti necessari alla diversificazione della produzione. In un Paese come l’Italia nel quale la capacità di investimenti pubblici è ridottissima, è chiaro che deve essere il privato a compiere gli investimenti. E investimenti molto consistenti, a lungo termine richiedono una politica di lungo termine, storicamente e fisiologicamente incompatibile con la realtà italiana. Perché da una parte i Governi non assicurano sufficiente affidabilità, dall’altra le risorse di mercato non sono adeguate. Sto parlando della capacità del sistema di dotarsi delle risorse necessarie agli investimenti per migliorare le infrastrutture.

D. Quali sono in particolare?
R. La rete di trasmissione, caratterizzata da una serie di strozzature che condizionano notevolmente il mercato frenando lo sviluppo di nuove forme di produzione di energia, ad esempio quella nucleare: intralci burocratici ritardano la realizzazione degli investimenti previsti, ostacoli che potrebbero essere superati corrispondendo premi in caso di tempestivo compimento di determinate opere. La riflessione che bisogna fare è come dotarsi, in questo Paese, di strumenti di finanziamento di lungo termine. Disponiamo di una massa di utenti finali di energia elettrica, quindi di un mercato relativamente stabile, condizione che rende possibile reperire le risorse necessarie per gli investimenti destinati alla realizzazione di opere a lungo e a lunghissimo termine, di 10 o di 20 anni.

D. Quali sono le prospettive per la produzione di energia elettrica derivante dalle fonti rinnovabili?
R. L’obiettivo dichiarato dal ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola di ridurre le fonti tradizionali di energia elettrica al 50 per cento e di sviluppare quelle rinnovabili fino al 25 per cento e altrettanto la fonte nucleare, comporta un enorme sforzo nel quale dobbiamo trovare il modo di coinvolgere risorse finanziarie private con sistemi di incentivazione che uniscano efficienza e snellezza burocratica. Il problema è come far partecipare i piccoli utenti a questi nuovi progetti. Stiamo tenendo d’occhio, per trarne eventualmente esempio, il modello finlandese basato sulla partecipazione dei consumatori alla proprietà degli impianti. L’obiettivo, però, è non limitarsi ai consumatori medi e grandi, ma coinvolgere anche le famiglie e le piccole imprese. Quanto alle fonti rinnovabili, i tassi di crescita che stiamo registrando con l’attuale regime di incentivazione indicano prospettive positive; va mantenuto l’attuale regime di incentivazione e vanno eliminati gli ostacoli burocratici, connessi soprattutto all’ottenimento delle autorizzazioni da parte delle amministrazioni locali.

Tags: energia rinnovabile gas Acquirente Unico energia energia elettrica elettricità ARERA oil&gas Gennaio 2009

© 2017 Ciuffa Editore - Via Rasella 139, 00187 - Roma. Direttore responsabile: Romina Ciuffa