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FIORENZA DE BERNARDI: SE ICARO AVESSE AVUTO UNA SORELLA

pilota Fiorenza de Bernardi

Se Icaro avesse avuto una sorella? O un cognome? Icaro De Bernardi, non suona male. È infatti a una pilota italiana che gli americani hanno addirittura dedicato una borsa di studio, ritenendo che sia lei ad aver aperto la strada alle donne nell’aviazione commerciale: Fiorenza De Bernardi è la prima pilota di linea in Italia (1967), la quarta nel mondo e la prima di montagna con licenza di pilota tra i ghiacciai. Una volta ha costruito un igloo in una situazione di emergenza sull’Adamello, a 20 gradi sotto zero. Il Minotauro la guardava incredulo. Aveva cominciato a volare nel 1951 con il padre Mario de Bernardi e nel 1966 ottenne il brevetto commerciale. Ha fondato l’Associazione Pilote Italiane, oggi Associazione delle Donne dell’Aria, è vicepresidente della Federazione Pilote Europee, membro delle 99 (cui appartengono tutte le pilote del mondo) e dell’ISA, l’Associazione Internazionale delle Pilote di Linea.

Domanda. Che cosa pensa della situazione attuale dell’aviazione?
Risposta. È disastrosa. Ho amiche in America e in Francia che vanno a fare la spesa con l’aeroplano, mentre l’Italia non fa volare e il Ministero dell’Aviazione Civile fa di tutto per tenerci a terra. È colpa di politici che conferiscono incarichi di comodo a persone inesperte che di volo non sanno nulla. Ci ostacolano con prezzi immotivati, tasse d’atterraggio e di decollo che non consentono di usare l’aeroplano in maniera libera, mentre prima, per incrementare il turismo, portavamo in volo attori e attrici in maniera da attirare l’attenzione.

D. Lei, che è la prima pilota donna di linea, come giudica la situazione dell’Alitalia?
R. Proprio Alitalia non volle mai farmi un contratto. Lavoravo per Aeralpi da tempo, con la quale volavamo per l’Alitalia con passeggeri AZ che spesso chiedevano, per il volo successivo, di volare con me. Quando Alitalia affittò l’Aeralpi, si rifiutò di farmi un contratto esplicitamente perché ero una donna. Solo dopo 15 anni hanno assunto Antonella Celletti, che è ancora comandante. Io, intanto, fui assunta da Aertirrena e divenni la prima comandante donna in Italia nel 1969; poi me ne andai in Russia. L’Alitalia era la compagnia più bella del mondo prima che politiche di assunzione in esubero non la portassero sul baratro: il volo non può tenersi sulle spalle migliaia di dipendenti inutili. La situazione è stata sfruttata per anni da chi gestiva la compagnia per curare i comodi propri, alla fine oggi è esplosa.

D. In quale modo è nata questa sua passione per il volo?
R. Devo tutto ai miei genitori, che mi hanno educato all’indipendenza: quando avevo 15 anni mi hanno messo il sacco in spalla e mi hanno lasciato andare. Fin da ragazza, in un’epoca rigida, potevo fare campeggi con gli amici, roccia e sci in montagna, mentre mio padre mi iniziò al volo su un piccolo aereo da turismo. Durante i primi anni volai per sport partecipando a competizioni in Italia e in altri Paesi europei, spesso in coppia con Graziella Sartori. Divenni il copilota di un amico di mio padre, rappresentante Piper. Questa ero io. Oggi i giovani sono strumentalizzati. Il voto in condotta, ad esempio, che novità è? Non avrebbe mai dovuto essere tolto. Ci vogliono severità, educazione, lotta contro la droga e non lassismo.

D. Lei rappresenta l’Associazione delle Donne dell’Aria. Di cosa si tratta?
R. Della naturale evoluzione dell’API, Associazione Donne Pilota da me fondata, destinata a coinvolgere le donne che fanno parte della famiglia aeronautica. Mentre in API soltanto le donne con brevetto di pilota si associavano, ora con l’ADA tutte coloro che occupano posizioni nei settori dell’aviazione civile o militare hanno la possibilità di iscriversi e lavorare per lo scopo dell’associazione, quello di affermare e sostenere la presenza delle donne dell’aviazione, favorire la diffusione della cultura del volo, essere di stimolo per le istituzioni.

D. Continuerà a lottare per affermare la libertà di volo?
R. Sì. Ho cominciato la mia battaglia in un periodo in cui le donne sui voli di linea non c’erano, sono diventata femminista quando mi hanno ostacolato ed oggi sono coi fucili puntati contro chi non ci fa volare.

Se Icaro avesse avuto una sorella sarebbe stata più o meno così. Solo, a raggiungere il sole, più attenta del fratello.

Tags: donne aereo aviazione alitalia corriere del volo compagnie aeree Settembre 2010

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