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L'ITALIA È IL PRIMO PAESE NEL MONDO PER RICERCATORI MA...

Il made in Italy eccelle per la ricerca, ma c’è ancora un basso livello di imprenditorialità. I dati presentati al Meeting Salute di Rimini. Record italiano nella ricerca scientifica. Ma brevetti e imprese sono ancora troppo pochi. L’Italia è il primo paese al mondo per numero di citazioni per ricercatori e detiene anche il primato globale per produttività della ricerca in termini di pubblicazioni per ricercatore

L’ECCELLENZA ITALIANAL’Italia è il primo paese al mondo per numero di citazioni per ricercatori e detiene anche il primato globale per produttività della ricerca in termini di pubblicazioni per ricercatore. Le citazioni per ricercatore, infatti, nel ventennio 1996-2015 sono ben 238. “La difficoltà dei nostri ricercatori a trasformare in impresa l’innovazione generata dalla propria ricerca è una caratteristica nota del sistema della ricerca italiana” spiega Elena Sgaravatti, componente del Comitato di presidenza di Federchimica Assobiotec ed amministratore delegato di Demethra Bíotech Srl, intervenuta al Meeting Salute a Rimini. “Il nostro Paese si caratterizza per  un’elevata qualità della ricerca, testimoniata dal numero consistente di pubblicazioni scientifiche internazionali prodotte dai ricercatori e da un altissimo numero di citazioni per ricercatore. Purtroppo, però, a  questa conoscenza generata, non fa seguito un cospicuo numero di brevetti e di nuove imprese create”.

L’Italia così si posiziona all’ultimo posto per numero di domande di brevetto presentate rispetto a Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti (meno di metà rispetto alla Svizzera e meno del 20% rispetto alla Germania), mostrando una bassissima capacità di valorizzazione della propria ricerca. “Questa situazione è imputabile certamente alla ridotta presenza di collegamenti e processi di Technology Transfer (TT) tra mondo universitario e industriale”, prosegue Sgaravatti, “ma soprattutto alla mancanza di una cultura della valorizzazione della ricerca accademica. Un tema ulteriore, che pure va affrontato, è rappresentato dall’inquadramento contrattuale della figura del ricercatore. Urgente prevedere una nuova tipologia di contratto, specifica per la Ricerca che coniughi flessibilità e stabilità con incarichi pluriennali e necessità di riconferme legate al merito e alla capacità di generare proventi dalle proprie ricerche”.

Tuttavia, in un contesto che offre ampi margini di miglioramento, l’Italia vanta un’assoluta leadership nel settore delle Terapie Avanzate: delle 5 terapie attualmente autorizzate in Europa (altre 3 sono state ritirate o sospese), ben 3 TA sono il frutto di attività di ricerca, sviluppo e produzione nazionali.  Per la prima volta, il consueto appuntamento del Meeting di Rimini ha avuto una sezione interamente dedicata alla salute. Un ciclo di incontri per il pubblico e gli operatori del settore con l’obiettivo di confrontarsi e discutere attorno al mondo della salute e delle sanità. "Il Meeting Salute di Rimini ha inteso rappresentare un momento di riflessione e confronto per la costruzione di un nuovo sistema organizzativo sanitario, un processo che è anche culturale e coinvolge tutti i cittadini oltre che i decisori politici, manager rappresentanti del mondo dell'impresa e dell'associazionismo per i suoi valori e gli obiettivi che si propone” sottolinea Luigi Cammi, ideatore del Meeting Salute.

L'HEALTH TECHNOLOGY ASSESSMENT. Un contributo potrà arrivare dalla capacità del Servizio Sanitario Nazionale di selezionare medical devices e tecnologie elettromedicali in relazione al valore generato nel sistema. Il sistema sanitario deve spingersi nella direzione di essere sempre più “selettivo”. Per questo è indispensabile un’azione: adottare l’approccio dell’Health Technology Assessment per identificare le opzioni assistenziali che si sono dimostrate maggiormente costo-efficaci. "Intendiamo affermare che le politiche sanitarie dovranno sempre più essere ispirate dalle evidenze scientifiche in grado di dirci cosa produce di più in termini di salute tra diverse ipotesi di allocazione delle risorse pubbliche–aggiunge Marcella Marletta, direttore generale della Direzione generale dei Dispositivi medici e del Servizio farmaceutico presente ad uno dei think thank del Meeting Salute–. L’HTA è proprio lo strumento in grado di supportare la programmazione sanitaria attraverso la sua capacità di distinguere le richieste da soddisfare immediatamente da quelle che possono essere soddisfatte più in là nel tempo e, in casi limite, da quelle che non devono essere soddisfatte. Per soddisfare questa esigenza abbiamo creato una Cabina di Regia per l’HTA all’interno del Ministero della Salute. La CdR, come stabilito nella Legge di Stabilità 2016, produrrà decisioni di livello nazionale (raccomandazioni) esercitando un ruolo di supporto a tutte le procedure di acquisto relative ai dispositivi medici".

UN MODELLO PER RIDURRE LA SPESA - Nel campo dei Dispositivi Medici non esiste invece una autorità che ne autorizza il commercio. Questi prodotti sono sottoposti a una valutazione sui componenti per acquisire il marchio CE ma non è richiesta alcuna prova scientifica della loro utilità clinica. Ma è stato recentemente attivato un modello che valuta la qualità dei vari Dispositivi Medici sulla base delle prove cliniche della loro efficacia nella patologia di impiego. Alla qualità così valutata in modo oggettivo viene applicato il punteggio del prezzo (dato anche questo oggettivo) in modo da creare attività di procurement assolutamente riproducibili se non per la variabile prezzo che può cambiare.

"Una delle cause dei prezzi variabili tra prodotti analoghi nelle varie regioni è proprio questa assoluta soggettività nella valutazione qualitativa–spiega Claudio Marinai, referente Estar della Regione Toscana–. È chiaro che i punteggi dei prezzi e della qualità si sommano per determinare una classifica ed il prodotto al quale viene assegnato l'appalto. Maggiore è il punteggio della qualità e maggiore è la probabilità che un prodotto più costoso vinca la gara. E questo detto così può sembrare ovvio. Il prodotto migliore quasi sempre costa di più. Il problema è che la valutazione se è migliore viene fatta con un metodo che alla fine la rende soggettiva, mentre dovrebbe essere oggettiva. Il nostro stent, invece, viene messo in commercio senza essere stato provato sull'uomo, in una gara gli viene assegnato un certo punteggio perché le caratteristiche intrinseche sono accattivanti che sommato al prezzo gli fa vincer una gara di appalto. I clinici utilizzeranno quello stent sperimentandolo di fatto sui primi pazienti che ne hanno necessità".

Ricerca, scienza e innovazione costituiscono gli elementi sui quali costruire l'economia e la cultura del nostro Paese, generando valore, occupazione, benessere. Per poter raccoglierne i frutti è indispensabile creare le giuste condizioni affinché́ il percorso sia quanto più armonico ed efficace possibile. Le istituzioni sono al lavoro, ma gli specialisti richiedono ulteriori sforzi.

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