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LA SICUREZZA INTERNAZIONALE E IL NUOVO CONCETTO STRATEGICO DELLA NATO

del ten. col. GERARDO CERVONE, Spi - Gabinetto del Ministro della Difesa

Il 20 novembre scorso si è concluso a Lisbona un importante vertice dell’Alleanza Atlantica nel corso del quale è stato varato il nuovo «concetto strategico» della NATO che sostituisce il precedente approvato nel 1999 a Washington. Il «concetto strategico» è il documento di orientamento politico-strategico chiamato a delineare finalità e compiti operativi dell’organizzazione. La sua approvazione ha visto coinvolti un gruppo di esperti, guidati dall’ex Segretario di Stato Usa Madeleine Albright, attraverso un processo di studio durato un anno. La sua applicazione apporterà marcati cambiamenti all’Alleanza Atlantica rendendola più efficiente nell’affrontare le nuove minacce con le quali dovrà confrontarsi in futuro.
Dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica, nel mondo attuale i nuovi problemi quali il terrorismo cibernetico, la sicurezza energetica, il terrorismo internazionale, la sicurezza ambientale, hanno assunto, come mai in precedenza, carattere e dimensione globale. Quindi, una vera e propria roadmap traccerà le linee per l’attività dell’organizzazione nei prossimi dieci anni. Proprio per questo si è reso necessario un intervento sulla struttura stessa dell’Alleanza che va ben al di là di una semplice ristrutturazione interna, che pure è prevista con uno snellimento delle strutture e un taglio delle agenzie da 14 a 3 e con un sensibile taglio del personale per circa 5 mila unità.
Gli Stati membri saranno chiamati ad adattare le proprie Forze armate e ad impegnarsi sempre di più verso una maggiore cooperazione, specialmente in un periodo difficile a causa della crisi economica e dei tagli ai bilanci della difesa che stanno mettendo a dura prova le politiche di molti Paesi. Parlando della NATO, il segretario generale Rasmussen ha delineato la necessità di creare una «nuova NATO versione 3.0», chiamata a succedere alla NATO versione 1.0, l’alleanza militare della guerra fredda, e alla NATO versione 2.0, cioè quella post-guerra fredda, subentrata al crollo del muro di Berlino fino ad oggi, il cui ruolo a favore della stabilizzazione democratica del continente europeo è stato unanimemente riconosciuto e apprezzato, come positivamente è stato giudicato l’allargamento ad altri membri e la gestione delle crisi, dai Balcani all’Afghanistan.
Della nuova versione dell’Alleanza vengono delineati e affidati tre fondamentali compiti. Attraverso gli accordi della difesa collettiva bisognerà affrontare i rischi di attacchi terroristici, ivi compresi attacchi nucleari e informatici, che potrebbero colpire le reti di trasporto, il sistema economico o le amministrazioni pubbliche, nonché le possibili minacce all’approvvigionamento energetico dell’area dell’Alleanza; il potenziamento della capacità militare come strumento di deterrenza; lo sviluppo della NATO come strumento di consultazione politica. Per far fronte a questi tre compiti vengono delineati i cambiamenti necessari in tre distinte aree: lo strumento militare da modernizzare; gli strumenti di gestione delle crisi da riformare in cooperazione con le altre organizzazioni internazionali, le organizzazioni non governative, promuovendo un «comprehensive approach» civile e militare; le cooperazioni con gli Stati esterni all’Alleanza da sviluppare per creare un ambiente di sicurezza cooperativa.
Rasmussen compie poi anche un interessante riferimento rivolto alle conseguenze sulla difesa dell’attuale crisi economica, che ha spinto molti Stati a ridurre gli investimenti nel settore. Al riguardo, se da un lato viene sottolineata l’urgenza di riforme per garantire una maggiore efficienza, anche «comprando e facendo insieme (cioè tra gli Stati NATO) cose che individualmente i singoli Paesi non potrebbero affrontare», dall’altro si evidenzia la necessità degli investimenti da compiere nell’ammodernamento dei sistemi di protezione delle truppe NATO, che vengono individuati in poco meno di 200 milioni di euro nei prossimi dieci anni.
Sotto il profilo diplomatico il vertice di Lisbona ha comunque segnato un positivo riavvicinamento con la Russia dopo le tensioni derivanti dalla guerra in Georgia. Il presidente russo Dmitry Medvedev ha partecipato al Consiglio NATO-Russia e gli sforzi saranno d’ora in poi rivolti alla ricerca di una collaborazione politica concreta: alcuni esempi, in tal senso, sono rappresentati dalla strategia di avvicendamento e ritiro dall’Afghanistan e dal progetto di scudo antimissile che avrà come obiettivo la difesa dei territori degli Stati europei membri dell’Alleanza da un ipotetico attacco missilistico. Un progetto che rappresenta una vera e propria difesa territoriale «modernizzata», basata su batterie antimissile poste sia a terra che a bordo di unità navali, e che vedrà nella Russia non più una minaccia dalla quale difendersi, ma un vero e proprio alleato.
Tuttavia, a Lisbona, non sono mancate divergenze tra gli Stati Uniti e l’Europa. Una delle contrapposizioni è che gli Usa vogliono chiarire il raggio d’azione militare della NATO e allargarlo a tutto il mondo, ma i Paesi alleati dell’Europa preferiscono continuare ad avere l’attuale zona di difesa tradizionale, senza avere una «polizia mondiale». Un’altra controversia è che gli Usa credono che il nuovo concetto strategico deve porre l’accento e aumentare la difesa della rete, e avviare, inoltre, nel contesto della NATO, la difesa e l’attacco collettivi nelle guerre on-line. Su questo punto, anche se i Paesi alleati dell’Europa hanno intenzione di avere la difesa on-line collettiva, non hanno lo stesso entusiasmo per gli attacchi on-line collettivi che gli Usa appoggiano.
Quello di Lisbona è stato un vertice da considerarsi positivo che, però, lascia anche aperte questioni che consentano di evitare inutili duplicazioni, sulle quali l’Alleanza Atlantica e i suoi membri dovranno confrontarsi ancora in futuro: dal ruolo delle armi nucleari sulla cui utilità negli ultimi mesi si è aperto un dibattito, al miglioramento delle relazioni con l’Unione Europea.

In collaborazione con lo Stato Maggiore della Difesa

Tags: Unione Europea usa Russia Gennaio 2011 SMD - Stato Maggiore della Difesa

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