Il nostro sito usa i cookie per poterti offrire una migliore esperienza di navigazione. I cookie che usiamo ci permettono di conteggiare le visite in modo anonimo e non ci permettono in alcun modo di identificarti direttamente. Clicca su OK per chiudere questa informativa, oppure approfondisci cliccando su "Cookie policy completa".

  • Home
  • Articoli
  • Articoli
  • SICUREZZA MILITARE: VA OLTRE LA DIFESA E AGEVOLA L’EVOLUZIONE DEL SOLDATO

SICUREZZA MILITARE: VA OLTRE LA DIFESA E AGEVOLA L’EVOLUZIONE DEL SOLDATO

 In collaborazione con lo Stato Maggiore della Difesa

del colonnello ANTONINO LO TORTO

Direzione Commissariato e Servizi

 

La cessazione dell’equilibrio bipolare ha rilanciato il processo di cooperazione destinato a determinare il superamento della pace armata e ad affermare il principio della pace negoziata ancorato sulla sicurezza, intesa come insieme delle condizioni che consentono di prevenire le cause della conflittualità. Il confronto dialettico, destinato alla realizzazione della cooperazione nel rispetto della sovranità dei singoli Stati, appronta gli strumenti utili alla crescita e allo sviluppo dei popoli in un contesto sociale ed ambientale in cui siano rispettati i diritti fondamentali dell’uomo universalmente riconosciuti.

L’approfondita riflessione sui contenuti della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e la continua ricerca degli strumenti più appropriati per garantirne l’esercizio, lentamente e con progressione strisciante sta facendo consolidare la convinzione sulla necessità della strategia del dialogo e del confronto dialettico come strumenti che garantiscono la correttezza e la trasparenza delle relazioni internazionali, la cui efficacia risulta sempre più essenziale oggi che la minaccia alla stabilità viene non tanto dal pericolo dell’aggressione armata, bensì dalle insidie della globalizzazione che, con il supporto della comunicazione informatizzata, incide in tempo reale nel contesto sociale ed economico procurando danni gravi alle componenti sociali più deboli.

I rischi della globalizzazione priva di controllo possono essere gestiti attraverso il governo della policy di pace fondato sulla concezione della sicurezza come strumento destinato a garantire l’equilibrio nelle relazioni internazionali, orientato a mantenere la stabilità delle relazioni sociali ed economiche. Oggi, in sostanza, la sicurezza riguarda non soltanto la tutela da ogni possibile aggressione armata, bensì la certezza di condizioni che garantiscano le iniziative produttive dai pericoli di deviazioni. La sicurezza ha quindi valenza politica, funzionale al mantenimento della pace nel contesto globale della policy della pace negoziata. L’evoluzione dello scenario internazionale, da teatro dei conflitti a consesso di confronto per la prevenzione dei conflitti e per l’affinamento delle iniziative di cooperazione nei settori strategici, finalizzata alla razionalizzazione e all’armonizzazione della produttività dei singoli Paesi, presuppone la generale opzione per una sicurezza governata dall’azione degli organismi sopranazionali, coordinata con gli Stati sovrani nei settori politico, diplomatico, economico, finanziario e militare. Questa configurazione della sicurezza come strumento della politica internazionale, destinata a garantire la pace, evidenzia l’emergere del ruolo delle Forze Armate per l’efficacia della policy di sicurezza. La sicurezza militare, in sostanza, costituisce un elemento essenziale per il governo dell’ordinamento globale.

Il quadro di riferimento della sicurezza militare è complesso; infatti, l’Italia è inserita in vari sistemi ultrastatali, a cui è attribuita la definizione degli indirizzi della policy di sicurezza. La Carta dell’Onu al Capo VII stabilisce che le Forze Armate nazionali concorrono alla sicurezza della comunità mondiale. Questo principio attribuisce agli ordinamenti statali l’ulteriore fine di concorrere alla sicurezza internazionale, perseguibile non con la difesa militare, ma con l’attività di sicurezza militare, finalizzata non ad interrompere un conflitto armato per ristabilire la pace bensì a realizzare obiettivi distinti ed ulteriori quali il ripristino del diritto violato da iniziative trasgressive del diritto internazionale e la tutela dei diritti fondamentali universalmente riconosciuti.

L’azione di sicurezza militare è tratteggiata come un intervento armato destinato all’attuazione della policy di pace che caratterizza in senso non aggressivo gli aspetti strategici e tattici dell’operazione militare. Le disposizioni del Capo VII della Carta dell’Onu hanno trovato e trovano tuttora difficoltà applicative, essendo necessaria la convinta disponibilità degli Stati membri di accettare che un’organizzazione ultrastatale assuma, in modo esclusivo, la responsabilità dell’impiego della forza armata per imporre la pace e la sicurezza.

La fiducia nel confronto e nella cooperazione come strumenti di sicurezza evidenzia la funzione della sicurezza militare in aggiunta al compito della difesa. In particolare, nelle norme sull’ordinamento dell’Unione Europea è evidente una chiara distinzione tra difesa e sicurezza militare. È delineata, infatti, un’ipotesi di politica di difesa comune da progettare in modo unitario e da recepire negli ordinamenti dei singoli Stati membri.
La politica di sicurezza militare, invece, è già definita e prevede la possibilità di interventi operativi per ristabilire la pace, per la gestione di situazioni di crisi, per il ripristino del diritto violato e per la tutela dei diritti fondamentali. Al riguardo è sufficiente ricordare che nelle norme dell’Unione sono stati recepiti i compiti di Petersberg definiti nel 1992, concernenti: missioni umanitarie e di soccorso; missioni di unità da combattimento nella gestione delle crisi; missioni di mantenimento e ristabilimento della pace.

Metabolizzato il principio del ripudio della guerra come strumento di aggressione sancito dal patto di Parigi del 1928, nei Paesi inseriti in organizzazioni ultrastatali create per realizzare iniziative volte a garantire la pace e la giustizia tra le Nazioni, la missione delle Forze Armate va oggi oltre la legittima difesa dalle aggressioni. In particolare, assume una destinazione sempre più marcata all’assolvimento di operazioni necessarie per garantire la stabilità dell’ordine sociale e internazionale, nel quale possono essere esercitati i diritti universalmente riconosciuti. In definitiva, l’assolvimento delle missioni di sicurezza rende più incisiva la specificità della professione militare e agevola l’evoluzione del ruolo del soldato da guerriero in pacificatore, in linea con l’orientamento diretto a realizzare, in alternativa alla pace armata, l’opzione per la pace negoziata.

Tags: forze armate strategie per la pace sicurezza dicembre 2010 SMD - Stato Maggiore della Difesa

© 2017 Ciuffa Editore - Via Rasella 139, 00187 - Roma. Direttore responsabile: Romina Ciuffa