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ETICA. TUTTI NE PARLANO MA POCHI LA PRATICANO

Credo che il mondo sia proprio cambiato o stia cambiando velocemente, ma ciò che più mi preoccupa è come sta cambiando. Ho sempre ritenuto che l’umanità sia un compasso che piano piano nei secoli va tracciando il proprio cerchio fino a tornare al punto di inizio. Quale sia questo punto certo non possiamo ricordarlo, ma studiosi, scienziati, filosofi, storici ci hanno insegnato che inizialmente, quando la Terra è nata, eravamo esseri privi di intelligenza e di anima, animali che poi sono diventati scimmie, sempre più evolute fino a trasformarsi in uomini; si è sviluppata sempre più la materia grigia, abbiamo cominciato a coordinare pensieri e movimenti, ad ammirare le cose, a pensare. È bello pensare. Un tempo il pensiero era l’artefice di tante azioni, aiutava l’uomo a migliorare, a capire, a sviluppare i sensi che ci portarono ad amare e, purtroppo, anche a odiare. È nata una sensibilità in tutti i sensi e l’uomo si è sempre più evoluto, ha creduto in un dio chiamandolo in tanti modi, Dio, Buddha, Allah ecc., ma sempre in un essere superiore, capace di aver creato tutto ciò che ci circonda. Abbiamo subito tutti il suo fascino, e ancora molti lo subiscono. Grazie a questo ci sono stati dati i Dieci Comandamenti. Ma ora guardiamoci attorno, per considerare cosa facciamo, chi siamo, a chi crediamo, quali sono i valori in cui abbiamo sempre creduto, le certezze, i punti fermi su cui abbiamo costruito la nostra vita. Cosa è rimasto di tutto questo? È cambiato il Dio, perché ora vi si è aggiunta una parolina, «denaro»: per il «dio denaro» qualunque cosa è giustificabile, si può odiare, uccidere, passare sul cadavere dei propri cari, pur di raggiungere quello scopo. Per giustificarci abbiamo ideato il detto che «il fine giustifica i mezzi». Dove sta più la morale, dove stanno i valori che i nostri genitori ci hanno inculcato? Oggi ci riteniamo talmente evoluti da non capire che tutto ciò non ha un senso logico, che ci porterà al vuoto più assoluto, alla solitudine, alla povertà, ma a quella vera, alla povertà dell’anima. Si parla di etica e nulla si fa per rispettarla, eppure ci piace tanto, è un altro modo per metterci in pace la coscienza. Si parla di embrioni, altra parolina tanto di moda, e non si sa nemmeno dove andremo a finire, forse in una razza perfetta, priva fisicamente di difetti ma vuota, povera, priva dei sentimenti che rendono più bello l’essere naturale, così come la natura vuole. Se per tutto c’è un perché, perché allora accanirsi se una donna non può avere figli? Questo è stato deciso per lei, e se comunque li desidera tanto, vi sono milioni di bambini abbandonati: per ogni donna che non può avere figli c’è una mamma che li abbandona. Che senso ha, dunque, accanirsi? Perché non accettare ciò che siamo? Perché non rinunciare a ciò che non possiamo avere? Forse queste donne sfortunate sono più fortunate di altre, perché hanno la possibilità di rendere felice un bimbo che altrimenti sarebbe solo e senza famiglia per sempre. Assenza di valori, di morale, di punti di riferimento, puro egoismo e piacere personale: a questo ci ha portato la libertà di pensiero. Oggi tutto è concesso, la Chiesa insegna il contrario ma pochi l’ascoltano, perché ascoltarla significa sacrificare la propria libertà, il proprio egoismo, il proprio piacere. Ma ora il compasso sta chiudendo il proprio cerchio, stiamo arrivando al punto di partenza, privi di intelligenza, di sensibilità, di morale; senza offesa per le scimmie, stiamo ridiventando scimmie umane. Se quelle bestiole potessero parlare, chissà che non ci mostrerebbero la loro compassione.

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Oggi ci sono alcuni che possono impunemente sostenere tutto o niente, ovvero niente o tutto. Prima cercano di farci credere in quello che dicono, insistono, ricorrono a battages pubblicitari per convincerci; poi, di colpo, smentiscono quanto hanno detto, ricominciano daccapo, affermano il contrario, citano nuove ricerche, decantano scoperte che dimostrerebbero l’opposto di quanto essi per anni ci hanno ammannito. Forse questi signori del mondo, e della menzogna, ci prendono per cavie? E intanto gli scienziati studiano, i politici spendono i nostri soldi e noi paghiamo due volte, se non tre. Basta pensare ai prodotti farmaceutici: nel giro di qualche anno, ma ora sempre più velocemente, anche le nuove medicine basate sulle ultime scoperte vengono dichiarate superate, addirittura nocive, ed eliminate dal ciclo produttivo, con grande dispendio di risorse finanziarie.
Perché questo avviene? Forse perché si è dimenticato il vero senso della vita, non si prova più alcuna gioia nell’aiutare il prossimo. Il desiderio di accumulare denaro distrugge l’essere umano inducendolo a ogni compromesso, all’ipocrisia, all’inganno, alla frode. Qualche settimana fa un autorevole giornale annunciava: «Cancro allo stomaco: vitamine sotto esame». E riferiva che, in base ai risultati di ricerche in corso, l’assunzione di vitamine in pillole non avrebbe avuto alcun effetto protettivo per lo stomaco: in particolare, l’esame di 170 mila persone avrebbe dimostrato che l’arricchimento della dieta con vitamine o antiossidanti non avrebbe arrecato alcun vantaggio contro il rischio di tumori gastro-intestinali; anzi, analizzando le «cavie», si sarebbe addirittura riscontrato un lieve aumento del 6 per cento della mortalità per tumore tra coloro che assumevano vitamine rispetto a quanti assumevano placebo.
Ma la notizia era contenuta in un trafiletto di appena 25 righe, confusa tra tante altre, pubblicata giusto per stare in pace con la coscienza. Un comportamento riprovevole, se si pensa ai guadagni plurimiliardari realizzati dalle case farmaceutiche grazie agli introiti della vendita di quelli e di altri prodotti simili. Possibile che certa stampa non si curi del rischio che corrono tante vite umane? Che non sappia che 6 persone ogni cento hanno perso la vita per aver assunto certi farmaci o, peggio, per aver creduto a quanto gli era stato propinato anche dai giornali? Non sarebbe più meritorio informare adeguatamente il lettore su problemi così importanti, anziché dilungarsi in certi generi di informazione insulsa, vuota, inutile, non formativa, anzi pericolosa?

Tags: Anna Maria Branca anno 2004

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