Marco Belpoliti racconta le mille facce di Primo Levi

Primo Levi si è imposto come il testimone per eccellenza del genocidio nazista; eppure il suo libro più famoso, «Se questo è un uomo», uscito nel 1947, è stato rifiutato dalle case editrici. Anche la vicenda letteraria di Levi e il suo riconoscimento come scrittore sono complessi; per gran parte della sua vita è stato un chimico che scriveva quando era possibile, nelle pause dal lavoro o durante le vacanze. Il libro di Belpoliti «Primo Levi di fronte e di profilo» (Guanda Editore) ripercorre la storia delle opere di Levi, come sono nate, quando sono state scritte, di cosa parlano; s’addentra nell’universo dell’autore e nei suoi molteplici mondi: dalla deportazione alla chimica, dalla scienza all’antropologia, dalla biologia all’etologia, dall’ebraismo alle idee politiche. Levi è stato un uomo che si è interessato di molti campi dello scibile umano e ha praticato diverse forme letterarie, dal memoriale alla poesia, dal romanzo all’autobiografia, dal saggio al racconto. Costruito come una sorta di enciclopedia portatile, il libro è il risultato del lavoro ventennale di Marco Belpoliti, uno dei maggiori studiosi di Levi, che racconta attraverso dieci fotografie la vita dello scrittore torinese immergendosi nella storia dei suo libri, spiega la passione per i voli spaziali, gli animali, le parole, la linguistica, i marciapiedi, il lavoro, la scienza, la chimica, indaga i diversi temi e risponde a molte possibili domande. Un’opera per capire il nostro passato, ma anche il nostro futuro.
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