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ALEXEY MESHKOV: LA RUSSIA È PRONTA A INVESTIRE IN ITALIA

ALEXEY MESHKOV AMBASCIATORE RUSSIA

Laureatosi nell’Istituto statale di relazioni internazionali del ministero degli Esteri dell’Urss, Alexey Meshkov è entrato nella carriera diplomatica nel 1981 occupando vari incarichi nel ministero e all’estero. È stato primo segretario, consigliere e primo consigliere presso l’ambasciata della Russia in Spagna; vicedirettore del Dipartimento per la cooperazione paneuropea e poi direttore del Dipartimento per la pianificazione della politica estera del proprio ministero; viceministro degli Affari esteri. Nel febbraio del 2004 fu nominato ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione Russa nella Repubblica Italiana. Parla spagnolo, inglese e italiano. È particolarmente competente nei rapporti diplomatici tra i due Paesi, rafforzati nel 2007 dalla visita compiuta in Russia dal presidente del Consiglio italiano Romano Prodi e da quella in Italia del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e di Dmitry Medvedev, all’epoca vicepresidente della stessa.
In tali incontri sono stati firmati dalle due parti rilevanti accordi di collaborazione: per la realizzazione dell’aereo Superjet-100, per la collaborazione tra grandi aziende dei due Paesi come Ferrovie russe, Gazprom, Eni ecc. Poi sono seguite visite reciproche di alti esponenti dei due Governi: dei ministri russi delle Finanze Alexey Kudrin, dell’Industria ed Energia Viktor Khristenko e dell’Agricoltura Alexey Gordeev; e di quelli italiani dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani, del Lavoro Cesare Damiano e delle Politiche agricole Paolo De Castro. Nel settore dei rapporti economici e commerciali l’Italia è uno dei principali partner della Russia, dalla quale importa soprattutto risorse energetiche ossia petrolio, suoi derivanti e gas naturale; in Europa occidentale dopo la Germania l’Italia è il maggior Paese consumatore del gas russo. L’Italia esporta in Russia macchinari, attrezzature, beni di largo consumo, prodotti chimici, materiali edili e molto altro.
In questa intervista l’ambasciatore Alexey Meshkov fa il punto sulla situazione politica ed economica interna della Federazione Russa e illustra i risultati della collaborazione già esistente tra i due Paesi, il contenuto dei nuovi accordi recentemente raggiunti e le prospettive che si aprono ai rapporti bilaterali.

Domanda. Qual è attualmente la situazione politica e soprattutto economica e sociale della Russia?
Risposta. La campagna elettorale svoltasi in vista delle elezioni presidenziali del 2 marzo è stata vivace: hanno partecipato alle elezioni ben quattro candidati, tre dei quali sostenuti dai maggiori partiti politici del Paese che fanno parte del Parlamento. Essa si è svolta tuttavia pacificamente e non poteva essere diversamente, perché attualmente la Russia è uno Stato politicamente ed economicamente stabile, contrassegnato da un’economia che, rispetto a quelle di molti altri Paesi, si sviluppa in tempi molto accelerati. Infatti si è praticamente concluso il processo di costruzione dello Stato, è stata assicurata l’integrità del territorio nazionale, sono stati stabiliti proficui rapporti tra il centro federale e le regioni, basati sulla nostra costituzione. Inoltre è stata garantita la divisione tra il potere esecutivo, quello legislativo e quello giudiziario, e viene dedicata una grande attenzione alla formazione e allo sviluppo della società civile, perché tutte le riforme attuate negli ultimi otto anni si ispirano a un solo principio, quello di garantire una vita normale e dignitosa ai cittadini del nostro Paese. Oggi possiamo già dire con sicurezza che in questa direzione è stato già fatto tanto.

D. A che punto è, precisamente, lo sviluppo economico?
R. Otto anni fa, quando si stava elaborando il piano diretto a raddoppiare, nel giro di dieci anni, il prodotto interno lordo della Russia, non tutti credevano a questa possibilità; siamo all’ottavo anno dall’inizio di quel processo, e il nostro prodotto interno lordo è già cresciuto dell’80 per cento. Probabilmente riusciremo a raggiungere l’obiettivo non in dieci, ma in nove anni. L’economia della Russia, calcolata sulla base del coefficiente del potere d’acquisto, in questo momento supera quella di Paesi come Francia e Italia e il livello dei salari e degli stipendi è in costante crescita. Relativamente al reddito pro-capite, il piano prevede di giungere nei prossimi anni a un guadagno annuo di 30 mila dollari; dato che la nostra economia cresce annualmente dell’8 per cento circa e l’anno scorso, ad esempio, la crescita è stata dell’8,1 per cento, siamo sicuri di raggiungere presto anche questo obiettivo.

D. Questo indica che state risolvendo tutti i vostri problemi?
R. Non significa ciò, sicuramente non è così. Ci aspettano alcune priorità, che sono comuni anche ad altri Paesi. Ad esempio dobbiamo introdurre nella nostra industria una vera svolta tecnologica e scientifica, migliorare il sistema dell’istruzione e dell’educazione, nonché quello sanitario. Lo scorso anno siamo riusciti a bloccare la crisi demografica e la diminuzione delle nascite. Resta il problema di quella parte della popolazione che vive con redditi al di sotto del livello di povertà. Il compito principale che si pone oggi ai nostri governanti è l’attuazione del piano di sviluppo fissato per i prossimi dodici anni. In base ad esso entro il 2020 il 70-80 per cento della popolazione dovrebbe essere entrata a far parte del ceto medio. Tutti comprendono il significato e l’importanza di questo obiettivo, al quale è legata la stabilità politica del Paese.

D. Quali sono i rapporti tra Italia e Russia anche dal punto di vista economico e industriale, e quali risultati sono stati finora ottenuti?
R. Quando parliamo dei rapporti russo-italiani, noi li esaminiamo sempre inquadrandoli nella loro storia. Nel secondo dopoguerra in particolare abbiamo avuto una lunga serie di buone relazioni economiche, basti ricordare l’accordo del 1966 per la costruzione, da parte della Fiat, della grande fabbrica di automobili di Togliattigrad. Negli ultimi quattro anni, poi, l’interscambio commerciale tra i due Paesi è cresciuto notevolmente. Quando sono arrivato in Italia, praticamente circa 4 anni fa, esso non superava i 12 miliardi di dollari l’anno, mentre nel 2007 è ammontato a circa 36 miliardi di dollari. Un aspetto significativo è che esso è il frutto di intese recentemente raggiunte da aziende dei due Paesi, in primo luogo nei settori energetico e delle alte tecnologie.

D. A quali accordi si riferisce in particolare?
R. In quest’ultimo periodo sono stati conclusi gli accordi tra Eni e Gazprom per le forniture di gas all’Italia, validi fino al 2035 e che prevedono anche la realizzazione, da eseguire congiuntamente, del progetto di costruzione del gasdotto Russia-Europa. L’anno scorso sono stati firmati i documenti per l’avvio del progetto che si chiamerà South Stream. Il ruolo principale nella sua costruzione spetterà all’Eni e alla Gazprom, ma aderiranno all’iniziativa anche altri Paesi. Recentemente è stata la volta della Bulgaria, cui seguiranno altri. Per capire la dimensione e la portata di questo grande progetto basta dire che la capacità di transito nel gasdotto ammonterà ai 30 miliardi di metri cubi di gas naturale l’anno.

D. Sono in atto o sono previsti accordi di collaborazione anche con altri gruppi industriali italiani?
R. Si stanno sviluppando in modo molto rapido anche i rapporti tra Gazprom, Enel ed Eni, che hanno ottenuto l’accesso ai nostri giacimenti nel territorio della Federazione Russa; a sua volta Gazprom ha ottenuto la possibilità di vendere il gas direttamente in Italia. Enel ha accettato di compiere grandi investimenti nella nostra industria elettroenergetica ed ha già assunto il controllo di una grande compagnia di generazione di energia, le cui dimensioni superano quelle di Eni Power.

D. Sono previste collaborazioni nel settore delle nuove tecnologie?
R. In Russia sappiamo bene che il XXI secolo è l’era delle nuove tecnologie e stiamo lavorando attivamente in questo settore. Uno dei progetti riguarda la creazione dell’aereo regionale per passeggeri Superjet 100, al quale partecipano la russa Sukhoi e l’Alenia Aeronautica del Gruppo Finmeccanica. Potremmo definire questa collaborazione «rivoluzionaria» soprattutto se pensiamo che la Russia ha dovuto cambiare la propria legislazione per consentire la partecipazione dell’azienda italiana al capitale della joint venture con il 25 per cento delle azioni più una.

D. C’è collaborazione anche nel settore dei trasporti ferroviari?
R. Anche in questo campo stiamo sviluppando i nostri rapporti. Uno degli accordi tra il partner italiano e le Ferrovie dello Stato della Russia riguarda la realizzazione di un treno elettrico che potrà sviluppare una velocità fino a 170 chilometri orari. Le Ferrovie dello Stato russe sono costituite da società per azioni, alcune delle quali sono quotate in borsa come lo è Gazprom, ma il pacchetto di controllo appartiene allo Stato; non si tratta però di capitalismo di Stato, ma di strutture la cui direzione è privata. Abbiamo progetti interessanti anche nel settore automobilistico, nel quale operano società completamente private che collaborano con Fiat.

D. Quanto sono presenti i prodotti italiani nel mercato russo?
R. È cresciuta notevolmente la produzione del Gruppo Indesit, giunta a un milione e mezzo di frigoriferi e a circa un milione di lavatrici. Si sta sviluppando rapidamente la vendita di mobili, abbigliamento e calzature, prodotti in Italia; ad esempio per le sue scarpe Geox prevede di disporre a fine anno da 60 a 70 negozi nel territorio russo. Si assiste a una presenza crescente in tutti i settori dell’economia.

D. C’è reciprocità di investimenti nei due Paesi o in Italia gli investimenti russi non sono molto sviluppati mentre in Russia quelli italiani sono maggiori?
R. Gli investimenti italiani in Russia sono superiori a quelli russi in Italia. Questo è dovuto molto al fatto che il mercato russo è tra i più attraenti del mondo. L’anno scorso abbiamo registrato investimenti stranieri per 89 miliardi di dollari, ma anche il capitale russo ha cominciato ad essere investito in Italia; negli ultimi anni sono state acquisite società siderurgiche e una fabbrica di alluminio. I russi sono quindi interessati ad investire in Italia; lo scorso anno Aeroflot era disposta ad acquistare Alitalia, partecipando anche a una gara.

D. Quali settori sono preferiti?
R. Siamo pronti a investire in vari rami dell’economia italiana. Una nostra grande società sta investendo in Italia in un settore molto di attualità, quello delle fonti di energia alternativa. Inoltre potremmo investire di più nel settore turistico italiano, alcune società russe stanno comprando alberghi. Il numero dei turisti russi che visitano l’Italia è in continua crescita ma non corrisponde ancora alle nostre potenzialità. Lo scorso anno circa 400 mila cittadini russi hanno visitato l’Italia, ma sono milioni quelli che visitano Paesi come la Turchia e l’Egitto.

D. Quale posto occupa l’Italia tra i Paesi che intrattengono rapporti con la Federazione Russa?
R. L’Italia fa parte dei nostri tre maggiori partner economici in Europa. Questo può essere dovuto a vari fattori, ma anche alla vicinanza psicologica dei nostri popoli. Quando la Russia è entrata in una fase critica, negli anni Novanta, molti imprenditori italiani hanno continuato a credere e a lavorare con essa; oggi, in una situazione economica non molto favorevole all’Italia, gli imprenditori russi sono disponibili a lavorare con l’Italia.

D. E per quanto riguarda la cultura?
R. I rapporti culturali tra i due Paesi si sono sviluppati negli ultimi 500 anni, per cui ora sentiamo molto vicina la cultura italiana, la pittura, la scultura, la musica. In tali campi abbiamo molti progetti congiunti. L’anno scorso è stata aperta a Ferrara una filiale del museo Ermitage di San Pietroburgo; il Pushkin, che è il maggiore museo di belle arti di Mosca, ha stretto un accordo di collaborazione di cinque anni con la Fondazione Cariverona; nell’ambito di questa cooperazione si è già svolta una prima mostra. Più volte a Mosca si è esibito il regista Franco Zeffirelli, ed è stato definito un accordo di cooperazione tra il teatro Bolshoi di Mosca e il Teatro La Scala di Milano. Attualmente il Bolshoi è chiuso per restauri, ma una volta conclusi i lavori la prima compagnia straniera ad esibirsi sul nuovo palcoscenico sarà proprio quella della Scala. Un altro campo in cui negli ultimi anni si stanno sviluppando varie iniziative è quello della cooperazione interuniversitaria.

D. Quali sono le dimensioni dell’emigrazione dalla Russia?
R. Quello russo non è un popolo che emigra. In Italia vivono meno di 10 mila russi. Anzi attualmente molti desiderano recarsi a lavorare in Russia perché c’è possibilità di guadagnare. Per decenni molte persone hanno lasciato l’Unione Sovietica per Israele, oggi il flusso di emigranti da questo Paese verso la Russia è doppio rispetto a quello inverso. Si tratta di giovani desiderosi di recarsi in Russia per lavorare; molti hanno il vantaggio di conoscere la lingua russa. Abbiamo elaborato un grande programma statale per stimolare l’emigrazione verso il nostro Paese. Abbiamo grande bisogno di immigrati perché la popolazione russa è scarsa rispetto alla vastità del territorio. Spesso in Italia si confondono i russi con quanti parlano russo ma sono di altri Paesi. Ho incontrato molte autorità italiane, nessuno mi ha mai parlato dell’esistenza di problemi causati da cittadini russi.

D. In quale campo vorreste una maggiore collaborazione?
R. Non siamo riusciti ancora a ottenere il riconoscimento reciproco dei titoli di studio, che interessa entrambi i Paesi perché è in aumento il numero degli italiani che desiderano lavorare in Russia. È nell’interesse di entrambi raggiungere al più presto un’intesa. Sarebbe anche un aiuto allo sviluppo dei rapporti tra le nostre società.

Tags: gasdotto gas oil&gas Russia export Febbraio 2008 Alexey Meshkov

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