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L’Islam di un gesuita scomodo: la storia di Paolo Dall’Oglio

Edoardo Crisafulli

“La fede nel dialogo. L’Islam di un gesuita scomodo: la storia di Paolo Dall’Oglio” è un saggio di imprescindibile attualità che ribadisce l’importanza del dialogo e l’accettazione del diverso credo religioso. Nella convinzione che questa non sia una questione solo per credenti, ma che riguarda tutti i cittadini del mondo intimoriti dalla violenza islamista alla disperata ricerca di una via d’uscita. Entrando in rapporto fecondo anche con quello spirito religioso con il quale la cultura laica si è misurata con indubbia utilità anche per se stessa e per gli obiettivi più generali di crescita civile e umana.

 

Il 29 luglio 2013 padre Paolo Dall’Oglio è stato rapito in Siria, a Raqqa. Da allora di lui non si sa più nulla. Per il grande pubblico, Dall’Oglio è un semplice sacerdote gesuita, ma in realtà è la voce più forte, autorevole e determinata di quel dialogo interreligioso che viene spesso evocato per guarire il mondo dall’infezione del fondamentalismo.
La conseguenza di questa scelta per lui è stata l’opposizione a Bashar al-Assad e la proposta di una Siria capace di tenere istituzionalmente insieme diverse religioni ed etnie. Edoardo Crisafulli (NELLA FOTO) nel proprio saggio “La fede nel dialogo. L’Islam di un gesuita scomodo: la storia di Paolo Dall’Oglio” spiega le modalità in cui si è sviluppato il contributo del gesuita a questo dialogo e il libro, organizzato intorno a quell’analisi, prova a fornire un quadro, dal versante cristiano, di un confronto che si è sviluppato, con alterne fortune, negli ultimi mille anni e ha trovato un decisivo impulso nella Chiesa con il Concilio Vaticano II.
Nella convinzione che questa non sia una questione solo per «credenti» ma che riguarda tutti i cittadini del mondo intimoriti dalla violenza islamista alla disperata ricerca di una via d’uscita. Entrando in rapporto fecondo anche con quello spirito religioso con il quale la cultura laica, quando ha abbandonato gli eccessi di laicismo, si è misurata con indubbia utilità anche per se stessa e per gli obiettivi più generali di crescita civile ed umana delle nostre società.
Infatti ragionare sul valore e l’importanza del dialogo può sembrare esercizio perfino futile in tempi nei quali la comunicazione siede ai comandi della convivenza. Eppure almeno per un paio di ragioni una riflessione sul valore del dialogo appare assai opportuna. In primo luogo è innegabile che il dialogo interreligioso oggi interroga anche la cultura laica e non solo per i risvolti che essa può avere in merito all’estremismo terroristico che mentre semina morte si nutre di ragioni pseudo religiose.
Inoltre, le vie di un dialogo teso ad affrontare le cause della frammentazione sociale sarebbero preziose e potrebbero favorire il ritorno a forme di coesione. Al fondo dei conflitti e delle avversioni che hanno caratterizzato buona parte dei secoli che abbiamo alle spalle ci sono motivazioni politiche, economiche e di potere. Ma è un fatto che il fattore religioso più di una volta ha fatto da spartiacque fra i vari contendenti più che esercitare un ruolo di conciliazione. Il confronto e il dialogo con l’Islam acquista in questa nostra epoca un valore di grande importanza.
È uno dei risvolti della globalizzazione che porta la civiltà europea a fare i conti con tutte le grandi religioni sparse sulla Terra. Ed è su questa strada che laici e credenti debbono saper dialogare, collaborare, esprimere un sentire comune. Un ruolo importante può svolgerlo quella cultura araba laica che in Occidente abbiamo assai poco sostenuto.
Come affrontare questa congerie di problematiche pericolose, senza una disponibilità al dialogo sui vari versanti decisivi per il futuro? E come può essere possibile questo metodo, che è anche sostanza, senza un rinnovamento culturale e un coinvolgimento delle giovani generazioni? Papa Francesco ci ha ricordato uno dei compiti se non vogliamo sprofondare in tempi oscuri: «Dobbiamo essere costruttori di pace e le nostre comunità devono essere scuole di rispetto e di dialogo con quelle di altri gruppi etnici o religiosi.
 “La fede nel dialogo. L’Islam di un gesuita scomodo: la storia di Paolo Dall’Oglio” è un saggio di imprescindibile attualità che ribadisce l’importanza del dialogo e l’accettazione del diverso credo religioso. Con la prefazione di Giorgio Benvenuto.                  

   

Tags: libri Giorgio Benvenuto Settembre 2017 Islam

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