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SPECIALE Turismo e cultura - tommaso tanzilli: federalberghi, non basta «essere roma»

Tommaso Tanzilli, direttore generale di Federalberghi Roma e Lazio

Laureato in Giurisprudenza nel 1987 con una tesi in Diritto del Lavoro e dal 1988 responsabile delle Relazioni sindacali e poi vicedirettore dell’Associazione Romana Albergatori, Tommaso Tanzilli ha svolto corsi di formazione per la Regione Lazio e per l’Ente Bilaterale per il Turismo di Roma in Diritto pubblico, Diritto e Sociologia del lavoro, Informazioni socioeconomiche. Esperto in Legislazione turistica, ha coordinato e progettato interventi di formazione e assistenza sul turismo per l’Istituto Guglielmo Tagliacarne dell’UnionCamere. Dal 2003 è stato vicedirettore generale della Federalberghi Lazio poi direttore della Federalberghi Roma e della sede formativa dell’Ente Bilaterale, docente di Gestione e organizzazione delle risorse umane nel master Economia e Management del turismo all’università Sapienza di Roma, amministratore delegato di Promoroma Hotel Service, infine direttore generale della Federalberghi Lazio, membro di Giunta di Sanimpresa, organismo  di assistenza sanitaria integrativa per i dipendenti del settore turismo e consigliere della Camera di  Commercio di Roma.
Domanda. Che cos’è e quali compiti ha la Federalberghi?
Risposta. È l’Associazione di categoria che rappresenta e tutela il turismo e le attività ricettive nei confronti delle pubbliche Istituzioni su due livelli di rappresentanza: quello nazionale, che cura i rapporti con il Parlamento, il Governo ed Istituzioni quale l’Enit, e quello locale, che ha come interlocutori diretti l’Amministrazione comunale e regionale oltre agli enti che sul territorio si occupano della materia alberghiera e turistica. Inoltre la Federalberghi si occupa molto dei servizi ai singoli associati, che quotidianamente eroga in tutti i campi, dal legale al tributario al sindacale. Quest’attività interna è più facilmente percepita e apprezzata dalle aziende associate, perché spesso l’attività esterna di rappresentanza collettiva sfugge alla percezione, anche se i due filoni sono complementari.
D. Com’è svolta la comunicazione?
R. Avviene utilizzando tutti i sistemi che la tecnologia mette a disposizione, per cui è costante. In uscita inviamo circolari a cadenza trisettimanale; la comunicazione in entrata è lasciata al singolo associato, la cui iniziativa è stimolata quando organizziamo manifestazioni ed eventi; in generale l’azienda associata chiama per avere un servizio o un aiuto dai nostri consulenti e funzionari. Ci sono altri due sistemi molto importanti di comunicazione, uno è quello che svolgiamo con la nostra rivista «Ospitalità romana», l’altro è quello dei seminari formativi, per tenere alto il livello dell’imprenditoria che rappresentiamo. Verso l’esterno frequentemente organizziamo conferenze stampa e inviamo comunicati stampa.
D. Fate anche della formazione?
R. Sì, occupandoci di molte materie perché il turismo è una campo trasversale. Uno dei nostri ultimi seminari, con una platea di 400 imprenditori, ha riguardato la Cina, un mercato a cui fino a qualche anno fa non eravamo assolutamente abituati e pronti. È necessario adeguarsi, innanzitutto con competenze linguistiche ma anche più genericamente culturali, la cucina ad esempio, anche solo il modo di salutare o la predisposizione di canali televisivi idonei. Tutti questi piccoli accorgimenti servono per rendere più accogliente il soggiorno. Prima c’erano tanti giapponesi per esempio, un popolo che ha una profonda cultura dell’acqua e che vuole la vasca e non si trova a proprio agio con la doccia: chi lavora molto con il mercato giapponese deve avere una struttura adeguata a questo. L’anno scorso abbiamo svolto un seminario di Antropologia turistica, che ha avuto notevole riscontro anche nella stampa. La formazione è uno dei tanti servizi che eroghiamo, sia direttamente come Federalberghi, sia attraverso i nostri enti collegati, uno fra tutti l’Ente Bilaterale, il quale discende dalla contrattazione collettiva di lavoro che gestiamo insieme ai Sindacati dei lavoratori. La formazione deve essere costante e l’imprenditore deve adeguarsi continuamente al progresso tecnologico che ha nettamente cambiato il modo di fare turismo, anche a partire dalla prenotazione, che ora avviene spesso online e richiede una profonda conoscenza di quei meccanismi. Da questo addirittura sono emerse nuove professionalità, come il «revenue manager», figura che gestisce la presenza dell’albergo nei vari portali di prenotazione in base al periodo, al giorno ed alla stagione.
D. Che cosa è e quale attività svolge l’Ente bilaterale del turismo del Lazio?
R. Deriva dal nostro contratto di lavoro nazionale e territoriale. L’EBTL, ente del Lazio, è gestito pariteticamente dalle associazioni degli imprenditori del turismo e dalle associazioni sindacali dei lavoratori del turismo, e svolge una serie di attività, come l’informazione e l’osservatorio del turismo, più una serie di altre attività che si sostanziano nell’incontro fra domanda e offerta di lavoro. L’Ente svolge un ruolo di rilievo non solo per l’impresa e per i lavoratori, ma anche per le Istituzioni in quanto è fondamentale conoscere i dati che fornisce, senza i quali non si può fare programmazione.
D. Come sono i contratti nel settore?
R. La contrattazione si svolge ai livelli nazionale e aziendale o territoriale. Il livello che noi abbiamo scelto è quello territoriale, perché l’aziendale era troppo parcellizzato e in passato aveva creato concorrenza sleale tra gli alberghi. Concordiamo un contratto a livello regionale che prevede una serie di norme specifiche per la nostra area e premi di produttività per i dipendenti delle aziende alberghiere e del turismo, agganciati all’osservatorio del mercato del turismo dell’Ente bilaterale, per cui uno dei parametri di riferimento per sapere se c’è stata produttività è proprio quello dell’osservatorio.
D. Come funziona la cassa di sostegno al reddito?
R. È gestita dall’Ente bilaterale. Il turismo non ha mai avuto la cassa integrazione come quella che ha l’industria. In via ordinaria quella che funziona meglio è la nostra cassa privata, che abbiamo creato attraverso l’Ente bilaterale, addirittura prima della costituzione dell’Ente stesso perché è nata nel 1971 da un contratto fra la Federalberghi Roma e i sindacati, ora riassorbita nell’ente. Una cassa che svolgeva due attività specifiche: il ruolo di cassa integrazione, ammortizzatore sociale privato molto usato che non ha gravato sulla collettività e le colonie estive, oggi soggiorni estivi, altro ammortizzatore sociale che si prende tuttora cura dei figli dei nostri dipendenti durante l’estate.
D. Si può dire che questo settore, in Italia in special modo a Roma, è ricco, pertanto non verrà mai meno ed è in parte immune dinanzi alla crisi?
R. Il nostro settore è ricco, i numeri continuano a crescere a Roma che mantiene una tendenza positiva nelle presenze. Per noi è in atto una crisi di redditività, non di produttività, nel senso che la redditività delle imprese continua a scarseggiare. Da un lato abbiamo l’aumento dei costi e della pressione fiscale; gli alberghi sono soggetti infatti ad una IMU parificata a quella delle seconde case e che assorbe la redditività di tutto l’anno dell’impresa. Oltre a ciò i costi del lavoro e delle utenze non sono mai stati agevolati come avviene in Francia dove l’elettricità si paga come nel settore industriale, mentre da noi come per le abitazioni. Pensiamo di quanta energia necessita un albergo. Dall’altro lato dobbiamo praticare tariffe contenute per rimanere nel mercato. Tariffe e costi hanno inciso fino al punto di rendere la redditività pari a zero, e il sistema bancario non aiuta in questa situazione. Altro problema è l’eccessivo aumento, soprattutto abusivo, della ricettività anche nelle nuove formule di alloggio, che da una parte diventano vere e proprie concorrenti, dall’altra lavorano in nero o con regole molto meno rigide, quindi non hanno i costi che gli alberghi devono affrontare. Costituisce un problema anche la presenza di motori di ricerca che abbattono i costi per i clienti ma chiedono agli alberghi commissioni altissime; è in atto una lotta a livello europeo contro le «Olta», on line travel agencies, anche con ricorsi alle autorità Antitrust. Le olta sono di fatto un socio occulto che non dà nulla e si prende il reddito dell’albergo.
D. In quali altri modi e con quali strutture assistete gli associati?
R. Con PromoRoma Hotel Service e ItalyRomeHotel, due delle strutture collegate alla Federalberghi. La prima è di proprietà quasi interamente della Federalberghi e serve per svolgere quell’attività che l’associazione non può svolgere, fornendo consulenti e tecnici che si occupano di determinati servizi a costi più bassi, non lucrativi. La seconda è un consorzio nato per promuovere il territorio e i singoli alberghi, con il quale realizziamo iniziative all’estero, ad esempio in mercati come Argentina, Brasile, Canada, Russia, dove ci siamo recati per stabilire accordi con gli operatori locali.
D. Cos’è l’Albergatore Day?
R. 11 anni fa abbiamo creato un contenitore nel quale partecipano coloro che offrono servizi o beni agli alberghi, e che nel corso di un’intera giornata dedicata gli albergatori possono incontrarli per stringere accordi. Cogliamo anche l’occasione per organizzare seminari informativi. Quest’anno abbiamo avuto la presenza di circa 800 albergatori.
D. Quanto è cambiata Roma?
R. «Roma è Roma», piena di risorse architettoniche, artistiche, museali, archeologiche. Ma affinché rimanga e si sviluppi come destinazione turistica, non è più sufficiente l’appello alla sua bellezza. Dobbiamo far sì che a Roma si venga più di una volta nella vita, come a Parigi, Londra o New York, destinazioni ripetitive per merito dei grandi eventi. Aspettiamo la «Nuvola» dell’architetto Massimiliano Fuksas perché costituirà non solo uno stimolo ma anche un rinnovamento del turismo congressuale, scarso a Roma. Ma anche nei restanti settori Roma deve diventare una città attrattiva, ludica, nella quale la sera abbia un senso fare qualcosa. Abbiamo bisogno di due iniziative delle istituzioni: rendere Roma un luogo in cui le attrazioni siano collegate in una rete organica e promosse per tempo, per dare modo ai tour operator stranieri di proporre il viaggio. Bisogna porsi nei panni del cittadino medio dell’Ohio o di Osaka, il quale, quando decide delle proprie vacanze, ha davanti il mondo intero. O noi saremo una fonte di attrazioni o perderemo delle quote. Roma è scarsamente attrattiva per i giovani: d’inverno dopo le 17, quando cala il sole, che cosa fa un ventenne? Nelle altre città ha tantissime possibilità di scelta, la vita dei giovani comincia proprio dopo quell’ora. Quanto al litorale e ai collegamenti con esso, vanno sviluppate le infrastrutture e snellito l’apparato burocratico.      

Soggiorno sereno «sandro gabbani» onlus
Una cosa che appartiene alla nostra galassia è la onlus «Soggiorno Sereno Sandro Gabbani», un’organizzazione di albergatori che offre alloggio gratuito, e spesso anche pasti e trasporti, a tutti i congiunti che assistono malati e si trovino in situazioni di indigenza o di difficoltà, ricoverati a Roma. L’idea nacque dalla vicenda di un albergatore, da cui prese il nome, poi scomparso a causa di una leucemia. Trovatosi ricoverato in una clinica specializzata in cure ematologiche, venne a conoscenza dei problemi dei parenti di ricoverati che dormivano nei giardini pubblici o nelle auto non potendo pagare un albergo, e mangiavano dove capitava. Chiamò il proprio albergo per offrire una camera al padre di un bambino ricoverato, che dormiva in strada. In un’altra occasione, avendo il proprio albergo esaurito le camere, si rivolse ad un amico. Così nacque una rete che, espandendosi, ha avuto bisogno di una ufficializzazione e di una gestione più ampia, essendo troppe le esigenze da soddisfare in una grande città come Roma, dotata di tanti ospedali e cliniche che ospitano malati provenienti da tutto il Centro-Sud. Oggi la onlus ha una identità giuridica, è iscritta nelle liste regionali, e può percepire il 5 per mille e far fronte a varie iniziative.

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