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L’ISTITUTO SUPERIORE DI POLIZIA UNA SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE NEL CUORE DI ROMA

In un tranquillo quartiere di Roma, a ridosso del centro storico tra il Tevere e la collina che delimita l’elegante quartiere dei Parioli, si trova l’Istituto Superiore di Polizia. Diretta dal prefetto Mario Esposito, questa «cittadella» è la sede di una scuola per la formazione e la specializzazione dei funzionari dell’amministrazione della pubblica sicurezza. Non è un’istituzione recente, anche se recentemente la legislazione in materia e quindi la struttura e i corsi sono stati rivisitati per rispondere alle esigenze dei nuovi tempi. La storia dell’Istituto, che ha incorporato la vecchia Scuola Superiore di Polizia e l’Accademia del Corpo delle Guardie di P.S., è scritta negli edifici che sorgono nell’ampia e ordinata area, contrassegnati da architetture sia dell’inizio sia della fine del secolo scorso e nobilitati dall’estro artistico dello scultore Mario Ceroli. Ad illustrare l’organizzazione, i compiti, l’attività e le prospettive dell’Istituto è, in questa intervista, il suo direttore Mario Esposito il quale, da quando ha assunto questo compito, si sta impegnando per il potenziamento della scuola e ha adottato una serie di iniziative dirette a farne un modello sul piano internazionale.

Domanda. Che cosa rappresenta per la Polizia di Stato l’Istituto Superiore di Polizia?

Risposta. Appena mi è stato affidato questo incarico, il mio primo pensiero è stato far diventare l’Istituto Superiore di Polizia la «casa di tutti i funzionari». Elevarlo a luogo destinato a fare e a trasmettere cultura, ad ambiente in cui socializzare per la migliore integrazione personale. La casa nella quale tutti i dirigenti e i direttivi della Polizia di Stato possano non soltanto approfondire la loro preparazione professionale ma sentirsi parte di una grande istituzione. In questa azione ho profuso particolare cura e dedizione, forte del sostegno che continuamente mi giungeva dal Dipartimento della pubblica sicurezza e in particolare dalla personale attenzione e vicinanza con cui il capo della Polizia prefetto Giovanni De Gennaro ne seguiva l’evoluzione.

D. La richiesta di sicurezza da parte dei cittadini è oggi sempre più diversificata. Come vengono formati i futuri responsabili della pubblica sicurezza?

R. Il decreto legislativo n. 334 del 2000, concernente il riordino dei ruoli del personale dirigente e direttivo della Polizia di Stato, ha innovato totalmente il sistema della formazione dei funzionari. L’Istituto Superiore di Polizia ha mantenuto in via esclusiva questa qualificante missione che si sostanzia in tre momenti fondamentali: la formazione iniziale, completamente ridisegnata sia per la durata dei corsi che per l’offerta formativa; la formazione dirigenziale, finalizzata a perfezionare le conoscenze per l’esercizio delle funzioni manageriali e per l’assunzione delle connesse responsabilità; la formazione permanente e ricorrente, che vede la sua massima espressione nei corsi di aggiornamento collegati alla progressione in carriera. Durante una carriera strutturata su multiformi esperienze professionali, il funzionario della Polizia di Stato è inserito, così, in un unitario percorso formativo, articolato in tappe e finalizzato alla sua costante crescita e valorizzazione professionale. Abbiamo deciso di intensificare i rapporti con il mondo universitario, sia con apposite convenzioni con le università che con l’apporto personale di singoli docenti. Questo ci ha permesso di elevare il livello della metodologia e dei contenuti didattici, di ampliare gli orizzonti culturali e di aprire l’istituto al dialogo e al confronto con altre realtà del mondo del sapere. Ma la formazione, che costituisce la sua «mission» specifica, non è solo di carattere giuridico-istituzionale. Infatti, oltre ai commissari e ai dirigenti del ruolo che espleta funzioni di polizia, vengono a prepararsi nell’istituto anche i funzionari della Polizia di Stato del ruolo tecnico e del ruolo medico; per essi sono predisposti percorsi formativi personalizzati.

D. Quali sono i prossimi obiettivi per consentire ai funzionari di rispondere in maniera adeguata ai mutamenti della società moderna?

R. In linea con gli indirizzi strategici dei vertici del Dipartimento della pubblica sicurezza, il più immediato è continuare nel deciso miglioramento delle strutture e degli impianti, nella consapevolezza di dover offrire una residenzialità e i supporti più adeguati ai frequentatori. Ritengo, infatti, che realizzare ambienti sempre più confortevoli e offrire un’ospitalità accogliente e di livello sia una condizione importante per facilitare l’impegno intellettuale e consentire l’instaurarsi di un clima di distensione e di familiarità nel quale ognuno possa sentirsi a proprio agio, e così rendere nel modo migliore. Un settore al quale stiamo dedicando un grande impegno è quello relativo alle tecnologie per diffondere in maniera ottimale informazioni, notizie e materiale didattico. Quest’ultimo, approntato su supporto informatico con registrazioni in audiovideo di lezioni e conferenze, costituisce il veicolo più adeguato per l’ottimale divulgazione dei contenuti, perché assicura rapidità di consultazione, completezza di notizie, duttilità di impiego. Perseguendo questo indirizzo siamo riusciti ad organizzare i corsi di aggiornamento in maniera del tutto innovativa, affiancando alle tradizionali lezioni in aula periodi di «studio orientato» che il frequentatore può svolgere dove e quando ritiene più opportuno e conveniente. Il nostro obiettivo non è solo impartire istruzione, ma di consentire ad ognuno di esprimersi nel modo migliore e di valorizzare i talenti individuali.

La storia e l’attività dell’Istituto Superiore di Polizia

L’Istituto Superiore di Polizia nasce con la legge n. 121 del primo aprile 1981 sul «nuovo ordinamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza» che, all’articolo 58, prevede l’«istituzione di una scuola nazionale, con sede a Roma, per la formazione e specializzazione dei quadri direttivi dell’amministrazione della pubblica sicurezza». Vengono così unificate in un’unica istituzione organica la Scuola Superiore di Polizia, già deputata alla preparazione dei funzionari di pubblica sicurezza la cui fondazione risale al 1902 per iniziativa del prof. Salvatore Ottolenghi, e l’Accademia del Corpo delle Guardie di P.S., che provvedeva alla formazione degli ufficiali. Anche nel settore della formazione si realizzava così, in una sintesi ideale, la definitiva e armonica confluenza dei due precedenti modelli, e ad essi si rifaceva l’impostazione dei corsi di formazione. Il decreto legislativo n. 334 del 5 ottobre 2000, concernente il riordino dei ruoli del personale dirigente e direttivo della Polizia di Stato, ha innovato totalmente il sistema della formazione dei funzionari. L’affidamento di tale importante e strategica missione è stato mantenuto in via esclusiva all’Istituto Superiore di Polizia, il cui assetto organizzativo e funzionale è stato anch’esso oggetto di una sostanziale revisione.

Si tratta dell’ultima e più attuale sfida tra quelle che, nel corso di oltre un secolo, hanno caratterizzato la storia dell’Istituto, impegnato in periodici processi di cambiamento che hanno reso sempre all’altezza dei tempi la sua offerta formativa e che oggi, completato il processo di radicale trasformazione, si presenta ampia, diversificata e di elevato livello. Tra le altre attività svolte dall’istituto, occorre ricordare la formazione destinata ad appartenenti ad altre Forze di polizia, italiane ed estere, e a funzionari di varie amministrazioni pubbliche; l’organizzazione di conferenze, convegni, incontri e seminari di studio, nonché la collaborazione e la cura dei rapporti con le altre scuole di alta formazione e con le università. La concreta realizzazione del nuovo sistema di formazione è il frutto di un complesso e articolato lavoro di pianificazione strategica, che ha inserito tutte le finalità qualificanti dei singoli corsi in un unico quadro organico di collegamento, tale da garantirne l’unitarietà.

Ampia è l’offerta formativa: si va dalle discipline giuridiche e politico-sociali a quelle tecnico-scientifiche e alla comunicazione istituzionale fino al campo medico-sanitario, in una dimensione sempre più paneuropea e internazionale. Per ogni corso, poi, sono stati dettagliatamente specificati nel piano degli studi gli obiettivi formativi, il complesso delle attività didattico-addestrative, gli esami e le prove da superare.

Il nuovo corso di formazione iniziale, riservato a laureati, costituisce un’assoluta novità sia per la durata (biennale per i commissari; annuale per i medici e per i direttori tecnici), che per gli obiettivi e per la sua complessa articolazione, comprendenti attività didattiche, addestrative, di studio, di ricerca e di elaborazione, nonché periodi di tirocinio operativo. Attualmente l’Istituto ospita il 95° corso e il 96° corso per commissari, mentre in questo mese comincerà un corso per medici. A fine gennaio si è concluso il ventunesimo corso di formazione dirigenziale.

Gli obiettivi formativi tradizionali a carattere didattico (relativi all’acquisizione di specifiche conoscenze e abilità) sono stati integrati anche da obiettivi comportamentali, che attengono alle manifestazioni esteriori delle attitudini e delle qualità personali necessarie per l’esercizio delle future funzioni. Per i commissari, inoltre, è previsto (quale specifico ulteriore obiettivo) il conseguimento di un master universitario di secondo livello, realizzato in collaborazione con l’università La Sapienza di Roma. Questi radicali mutamenti hanno richiesto allo staff del prefetto Mario Esposito una progettazione radicalmente nuova, in armonia con il contenuto della direttiva del ministro della Funzione pubblica del 13 dicembre 2001, volta ad assicurare la crescita e la valorizzazione della professionalità, grazie anche al coinvolgimento dei frequentatori.

Per il corso dirigenziale, della durata di tre mesi, la formazione si basa sull’esigenza di creare il dirigente del futuro, dotato di nuove capacità di contrasto, di mediazione, d’intervento, di coordinamento: in definitiva un abile gestore di gruppi e di risorse umane. Lo scopo del corso è, perciò, quello di sviluppare abilità professionali, organizzative e di leadership richieste da un ambiente sempre più mutevole e complesso. In tale ottica il programma prevede attività diversificate: ampio spazio è dedicato alle conferenze di alto livello e agli approfondimenti e confronti su tematiche di particolare validità professionale, affrontate sempre con un metodo interdisciplinare.

Per i corsi di aggiornamento per la progressione in carriera (che realizzano per la prima volta la formazione permanente e ricorrente), data la loro assoluta novità e importanza, l’Istituto ha concepito un impianto totalmente innovativo che lascia ampi margini di autonomia ai frequentatori. Delle tre settimane, non consecutive, in cui si articola il corso, la prima e la terza sono dedicate a uno «studio orientato» presso la sede di servizio. Solo nella seconda settimana si svolge la didattica frontale nell’Istituto. Questa formula consente ad ognuno di sfruttare nel modo migliore le proprie energie e le proprie risorse, realizzando contestualmente possibilità di crescita professionale, lasciate all’autonomia e alla libera responsabilità del singolo Funzionario. Nel 2005 sono già stati effettuati 10 corsi di aggiornamento con la partecipazione di oltre 500 vicequestori aggiunti. Per il 2006 sono previsti 20 corsi di aggiornamento per la progressione di carriera, che vedranno la partecipazione di circa 1.000 vicequestori aggiunti, e l’avvio di quelli per medici. L’Istituto fornisce una salda preparazione a tutto campo, ma con un deciso orientamento professionale. La teoria non è mai disgiunta dalla pratica; gli interessi speculativi e i presupposti teorici sono sempre congiunti ai problemi della loro applicazione.

La metodologia didattica adottata dall’istituto prevede l’integrazione della lezione tradizionale con modalità d’insegnamento interattive, consistenti in analisi di casi reali o possibili soluzioni. Questo sistema metodologico offre ai frequentatori l’opportunità di applicare i contenuti delle lezioni, di confrontare le proprie esperienze con quelle dei docenti, nonché di sviluppare capacità di sintesi e di comunicazione. Oggi un buon funzionario deve essere anche un comunicatore. L’intento di spingere i discenti a misurarsi con situazioni pratiche, inoltre, viene realizzato con esercitazioni in vari ambienti didattici, con simulazioni e lavori di gruppo. Si produce così un apprendimento concreto con la cooperazione di qualificati docenti, dirigenti dell’amministrazione, rappresentanti delle Istituzioni, consulenti e uomini d’impresa esperti nel gestire modalità formative.

Nel quadro dei suoi rapporti con le università l’istituto ha stipulato, in particolare, convenzioni con l’università di Roma La Sapienza per la realizzazione del master di secondo livello in scienze della sicurezza, destinato ai frequentatori del corso per commissari; con l’università Roma Tre, per rapporti di collaborazione didattico-scientifica e per la realizzazione dei corsi di aggiornamento collegati alla progressione in carriera; con l’università di Catania, per la collaborazione didattico-scientifica e per le sinergie culturali; con l’università Tor Vergata, per la collaborazione didattico-scientifica, particolarmente nelle discipline concernenti l’organizzazione e il management.

La particolare posizione assunta dall’Istituto nel campo della formazione viene evidenziata anche dalla espressa previsione legislativa, di cui al decreto legislativo del 3 aprile 2001 n. 155 che affida ad esso la formazione iniziale dei funzionari direttivi del Corpo Forestale dello Stato. Sulla scorta della citata norma, è stata inoltre firmata una convenzione per la predisposizione, l’organizzazione e lo svolgimento presso l’istituto del primo corso di formazione per dirigenti del Corpo Forestale. Sono stati, infine, intensificati i rapporti con le scuole di alta formazione, in particolare con la Scuola di perfezionamento per le forze di Polizia e con la Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno, per lo sviluppo di varie iniziative congiunte.

Tra gli indici dell’attività svolta e della relativa qualità, appare significativo il contributo offerto da oltre 200 tra accademici, personalità istituzionali e politiche, magistrati, manager, liberi professionisti e dirigenti statali che nel 2005 hanno insegnato o tenuto conferenze. Essi vanno ad arricchire la faculty dell’istituto, che costituisce un patrimonio di scienza e di professionalità di cui ci si può giustamente vantare. Per evidenziare la mole e la complessità del lavoro svolto vanno citate, altresì, le 4.500 ore di didattica e le oltre 1.000 ore di addestramento professionale impartite, nel corso del 2005, ai frequentatori dei vari corsi.

Per l’assolvimento della propria missione formativa e culturale l’Istituto già dispone di tre aule multimediali con collegamenti internet, utilizzate per l’apprendimento, l’approfondimento e le esercitazioni informatiche; di una aula magna e di un centro-conferenze internazionale, entrambi di grande capienza e abilitati alla traduzione simultanea; di un complesso di altre 20 aule e relativi locali di supporto, tra cui due biblioteche. Molte aule sono state corredate di impianti telematici di ultimissima generazione e sono particolarmente curate sotto l’aspetto architettonico e dell’arredamento.

È proprio per rendere più caldo e accogliente l’ambiente che ci si è avvalsi dell’ingegno artistico del maestro Mario Ceroli; le sue opere sono presenti in molti locali dell’istituto quali l’aula magna, il ristorante, l’aula «Alcide De Gasperi» che ha ospitato i lavori del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea. In questo elenco una nota particolare meritano la cappella e l’annesso sacrario che il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in occasione dell’inaugurazione avvenuta il 16 luglio 2004, ha definito «l’espressione della nostra riconoscenza verso chi, nell’interesse di tutti ha sacrificato la propria vita».

Tags: scuola polizia università anno 2006

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