SACE SIMEST (GRUPPO CDP): ONLINE PER COADIUVARE L'EXPORT DELLE PMI ITALIANE
L'export italiano deve volare, soprattutto in un momento storico di incertezza come quello che si sta vivendo, e per far ciò bisogna creare le condizioni per cui le piccole e medie imprese si sentano sicure di agire nel miglior modo possibile. Sace Simest, il polo dell'internazionalizzazione del Gruppo CDP, ha pertanto lanciato il nuovo sito sacesimest.it, finalizzato a supportare le pmi nel processo verso l'export, quelle piccole e medie imprese che costituiscono le fondamenta del sistema economico-produttivo italiano ma che troppo spesso si limitano ad operare entro i confini nazionali quando invece potrebbero agevolmente solcarli.
E così il sito è stato diviso nelle tre macroaree Soluzioni, Studi e Education, per delineare un'offerta che si declina non solo nei prodotti del Gruppo quali l'assicurazione del credito e il suo recupero, la valutazione della controparte, i finanziamenti agevolati e il digital factoring, prodotti ora interamente digitalizzati e sottoscrivibili online tramite preventivi gratuiti, ma anche nei servizi legati alla preparazione utili a tanti piccoli e medi imprenditori: mappe, approfondimenti, schede paese e report di settore consultabili nella sezione Studi, e strumenti di apprendimento come articoli, video podcast, tool interattivi finalizzati alla formazione nell'area Education.
Nelle parole della responsabile Mariangela Siciliano, "abbiamo investito molto nel programma e2e (education to export) perché ancora troppo poche pmi esportano, meno del 3 per cento in un paese come l'Italia che invece è leader in quanto a numero di imprese attive. Va quindi rafforzata la cultura dell'export: nell'indice Desi (Digital Economy and Society Index) dell'Unione Europea siamo al 24esimo posto su 28". Inoltre: "Questo programma, costituito da quattro percorsi dinamici, più che a un customer journey risponde a un content journey: mediante i vari passaggi formativi fruibili gratuitamente dal sito, imprenditori e aziende vengono profilati in base a livello di preparazione e export attitude, partendo dal più basso hesitant a quello invece già master che deve solo cogliere il valore aggiunto di avere un partner come Sace Simest".
Valore aggiunto che viene meglio spiegato da Alessandro Terzulli, chief economist Sace: "Con report e schede paese diamo la possibilità di analizzare, in una scala da 0 a 100, i maggiori fattori di rischio che potrebbe incontrare un imprenditore che volesse esportare o aprire una sede all'estero". Non si tralasciano neanche i rischi politici, a cui spesso non si pensa ma poi si resta disarmati di fronte all'evenienza: "Da quesiti più banali come quanto ci vuole per allacciare la rete elettrica nel Paese in cui voglio aprire una sede o come si sdogana un container fino a questioni ben più rilevanti quali il comportamento da tenere se la mia controparte è solvente ma non riesce a pagarmi in euro perché il suo Paese ha una crisi valutaria". Oltre ai suddetti dossier e alla risk & export map, la sezione Studi presenta report su settori ancora poco analizzati: le ultime pubblicazioni sono la scheda paese sul Perù e l'analisi sulla farmaceutica, un settore tradizionalmente non di competenza italiana ma nel quale siamo ora leader europei.
Alessandro Decio, ceo e dg di Sace Simest, ha descritto questo "going digital" come "basato su quattro pilastri. Il primo è l'awareness: se le pmi non ci conoscono, non possiamo supportarle. Un risultato è già essere arrivati al 50 per cento di pmi raggiunte rispetto anche solo un anno fa. Il secondo è la semplicità: dobbiamo fornire servizi immediati e fruibili già dal pc. Seguono poi l'education, perché prima ancora di fornire servizi bisogna educare chi dovrà fruirne, e l'apertura, con una piattaforma aperta a tutti".
"Il processo di digitalizzazione è iniziato due anni e mezzo fa, ed ora sono molti i prodotti che possono essere sottoscritti interamente online, con un abbattimento di documenti, barriere e tempi di risposta che Sace Simest vuole dell'80 per cento. La tecnologia è adattiva: segue quello che l'utente chiede, conformandosi alle sue ricerche" aggiunge Antonio Frezza, direttore marketing e innovation. "Questo sito è un unicum tra quelli della p.a. e da gennaio più di 1500 prodotti sono stati venduti direttamente online, +13 per cento solo di assicurazioni al credito, tra le quali ci sta dando molte soddisfazioni Export Up per le commesse all'estero; più del 40 per cento di queste operazioni sono di nuovi clienti".
Negli ultimi dieci anni il driver di crescita del pil è stato l'export e lo sarà anche in futuro: il contributo è del 30 per cento. Sace Simest ha chiuso il piano triennale 2016-2018 raggiungendo gli obiettivi che il management si era posto, con 28,6 miliardi di euro di risorse mobilitate solo nel 2018 e che, sommate ai due anni precedenti, ammontano a 71,8 miliardi. 21mila sono state le aziende servite, principalmente piccole e medie imprese (98 per cento). È il Made in Italy il motore di queste esportazioni e il 2019 sta confermando non solo le previsioni positive ma anche il fatto che "piccolo è bello" e essere aziende snelle ripaga in momenti di crisi. La crescita a fine anno sarà del +3,4 per cento in termini di vendite di beni all'estero e, anche se non sembra molto, in realtà un valore superiore al 4 per cento si riscontra solo nel 2007. Va inoltre considerato che il commercio intermazionale al momento è sostanzialmente poco mobile. Il 2020 sarà invece un anno di maggior dinamismo, nel quale si potranno forse già contare 500 miliardi di euro di esportazioni, che avanzeranno a un ritmo circa del 4,3 per cento nei prossimi tre anni; anche le esportazioni di servizi stanno migliorando, con un valore che per la prima volta ha superato i 100 miliardi di euro nel 2018 (dati rapporto export 2019 Sace Simest).
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